domenica 30 dicembre 2012

Ricordi dal passato

E' una fredda mattina invernale, dietro le persiane si intravede il frenetico andirivieni della città: persone che entrano nei negozi, ragazzi che salgono sull'autobus per andare a scuola, donne con pesanti buste della spesa ricolme di generi alimentari di ogni tipo.
Non ha voglia di uscire, l'aspetta la solita giornata in ufficio, il telefono che squilla, i conti da far quadrare, le lamentele dei clienti per le imposte da pagare: però non può farne a meno.

Prende il cappotto, buttato sulla poltrona come ogni giorno, e lo indossa, poi infila il cappello ed inizia a cercare i guanti!!!
Impresa titanica, la sua borsa è da sempre più un baule che una borsa, contiene di tutto: fazzoletti, pacchetti di sigarette, trucco, pubblicità trovate nella cassetta della posta e mai aperte, caramelle... insomma veramente di tutto.

Si sta facendo tardi, saluta frettolosamente ed esce, senza aver fatto colazione e senza guanti.
Al portone una raffica di gelida tramontana la investe: non ce la fa... non sopporta il vento e le mani si sono già congelate.
Ricomincia a rovistare nella borsa, sperando, di essere più fortunata!
Ad un tratto tocca qualcosa di estremamente morbido, troppo per trattarsi di guanti di lana, lo estrae e.....

E' un piccolo orsacchiotto, minuscolo e tenerissimo, il regalo di una vita fa...
Quasi come se quell'oggetto fosse dotato di vita propria sentì il cuore riempirsi di tenerezza ed il corpo riscaldarsi all'istante.
La strada, d'improvviso, si trasforma: non più auto parcheggiate alla meno peggio e nessuno strombazza non appena il semaforo diventa verde!!
C'è una figura laggiù, proprio all'angolo, ha in mano un gesso e sta tracciando dei segni a terra... incuriosita si avvicina... si china per guardare il viso di colui che ha di fronte, avrà si e no 17 anni, capelli folti e caldi occhi marroni.

"Non ci credo, ma sei proprio tu??? e non sei cambiato per niente... ma come è possibile che per te il tempo non sia passato??"
Lui non rispose... alzò lo sguardo e le sorrise porgendole un altro pezzetto di gesso... "aiutami... giochiamo insieme".

Non si scompose più di tanto, si chinò e cominciò anche lei a tracciare righe e numeri.
Finito il lavoro si voltò verso di lui e, prendendolo per mano, gli regalò il suo sorriso più bello, quindi iniziarono a giocare a campana!
Dopo un bel po', stanchi ma rilassati e divertiti, si sedettero sul sellino di due biciclette appoggiate sul tronco di un albero, proprio lì accanto.
Lei si guardò nello specchietto e si accorse di non essere lei... o meglio di essere lei, ma lei di tanti anni fa... una sedicenne dalla faccia furbetta, con i riccioli biondi che le incorniciavano il viso e la felicità che le si leggeva distintamente negli occhi verdi e spalancati al mondo.
Per niente sorpresa si accostò al vecchio amico, il suo primo amore, e gli sussurrò: "so che sei solo frutto della mia fantasia, che tra poco svanirai, che tutto questo sarà solo un ricordo, ma volevo dirti che sono felice di averti rivisto; volevo chiederti perdono per come sono sparita, volevo dirti che sono felice di averti incrociato nella mia vita... ah, un'ultima cosa, l'orsetto che mi hai regalato ce l'ho ancora, lo custodisco come un dono prezioso, il più prezioso che io abbia mai ricevuto!!"





lunedì 24 dicembre 2012

Cronache allo stadio: rissa sfiorata!!!!

Già, a volte succede, ci si ritrova in mezzo ad un mare di guai per un eccesso di foga, o per una sproporzionata voglia di non farsi mettere i piedi in testa, o magari per non vedere lesi i propri diritti...

Stagione calcistica 2012 - 2013, Stadio Olimpico di Roma, 22 dicembre 2012, Roma - Milan.

Sei tifosi (cinque abbonati ed un "occasionale") sono appena arrivati allo stadio e velocemente vanno a sedersi ai posti loro assegnati.
Ecco: i loro posti!!! Già da un po' di settimane hanno la sfortuna di avere alle spalle dei ragazzi come dire.... un po' "caciaroni" e non troppo educati!!
Quando la Roma segna diventano proprio pericolosi, perché esultano in maniera a dir poco scomposta: gettandosi uno contro l'altro, senza preoccuparsi affatto che rischiano di coinvolgere nella loro follia chi li circonda.

Ovviamente i cinque amici non stanno pensandoci e guardano tranquillamente la partita, tra l'altro una gran bella partita, intonando cori e divertendosi come è giusto che sia!
E' il dodicesimo del primo tempo Totti batte un calcio d'angolo perfetto che Burdisso trasforma in gol: un colpo di testa imparabile!!
L'esultanza di tutti è tanta, ma sempre condizionata al fatto di non coinvolgere gli altri, procurandogli danni. Già, del resto è noto e dovrebbe sempre essere così perché la propria libertà finisce dove inizia la libertà dell'altro.
E' per questo che è triste vedere rischiare di cadere la gente per l'urto di chi aveva seduto dietro!
La più grande del gruppo dei cinque si volta e lancia uno sguardo che incenerirebbe chiunque, ma che su quella combriccola non sortisce alcun effetto!!!!
Non passano neppure dieci minuti quando, dopo una classica azione Zemaniana, in tre passaggi la palla arriva sul piede fatato del Bimbo d'Oro che, senza pensarci un secondo, la mette sulla testa di Osvaldo il quale fa un piccolo saltino e la mette in fondo alla rete!! Due a zero al ventiduesimo... altra esultanza e si ripetono gli spiacevoli spintoni....
Si prova ancora a sopportare in silenzio!!!!
Tre minuti dopo una palla rubata ai margini dell'area finisce sui piedi di De Rossi il quale, dopo aver fintato il tiro, la fornisce sul piede fatato di Lamela che sigla il tre a zero!!!
Non è la cronaca della partita, anche se potrebbe diventarlo: è per raccontare quello che è successo dopo che sto raccontando!!!!
Stavolta ad essere coinvolto nei festeggiamenti smodati è il ragazzo della piccolina della combriccola. Si salva dal cadere solo perché la stessa è riuscita a frenare l'irruenza eccessiva. 

A quel punto però colei che si era voltata prima ha completamente perso la pazienza e si gira: piuttosto alterata direi!!!
"Ohhhhhhh..... la famo finita???? se deve fa' male qualcuno ogni vorta che la Roma segna??? tanto pe' capì.... mica vojo esse polemica pe' forza!!!"
Non ha neppure finito di parlare che viene spintonata... proprio così, quello dietro di lei le ha messo le mani addosso, afferrata per le spalle ed allontanata con forza!!!

E' stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: controllo perso.... vedeva rosso, ha iniziato ad urlargli contro, non rendendosi conto di quello che stava rischiando. 
Non era il solo ad avercela con lei in quel momento: e continuava a spingerla... e lei lo sfidava.... fissandolo senza abbassare lo sguardo neppure un istante!!!! A nulla servivano le parole della sorella che provava a calmarla.... e l'insofferenza di un'altra del gruppo non faceva altro che accentuare la sua rabbia. Lui continuava ad urlarle addosso: avevano i nasi che si sfioravano e lei  insisteva a guardarlo fisso in faccia: "daje, vedemo che sai fa.... famme vedè quanto sei forte!!!"
Poi, nella confusione totale dello stadio che ancora esultava per il gol, ha sentito la voce della figlia... anche lei stava urlando contro di loro... e lì si è istantaneamente calmata.
Non poteva permettere che venisse coinvolta in quel caos.
Si è rigirata e seduta, apparentemente calma, in realtà sconvolta.
Continuava a sentirli: la stavano insultando, ma riusciva a rimanere impassibile!!! I vicini le facevano di tanto in tanto cenno per cercare di capire se andasse tutto bene e lei annuiva con gli occhi, perché non aveva neppure la forza per muovere un muscolo.

Fine del primo tempo. 
Si guardano: lei e la sorella ritengono opportuno provare a rimettere a posto le cose... il campionato è ancora lungo... non possono andare avanti così... 
Dietro di loro sono rimasti solo in due, si voltano ed iniziano a parlare.... cercando di mantenere la calma. Riescono a chiarirsi... con la promessa di mantenere tutti la calma!!!Sembra sia servito perché al quarto gol l'esultanza si ripete, come è giusto che sia, ma nessuno viene coinvolto e tantomeno travolto!!!
Tutto questo, però, ha comportato per la protagonista in negativo della giornata un senso di malessere incredibile.
La paura è subentrata dopo, quando avrebbe potuto essere troppo tardi e l'ha lasciata senza forse...
Sulla strada che le riportava a casa ha guardato i suoi compagni di avventura ed ha detto loro: "la prossima volta, se mai ce sarà 'na prossima volta, dateme 'na botta 'ntesta... ho rischiato, tanto, ed ho messo in pericolo anche voi!!!! Non deve succede più... me so' messa al livello loro ed io non so' così!!!"

Piccola annotazione... lo stadio tira fuori la parte peggiore di ognuno di noi... io mi sono resa conto, in quella circostanza, di aver tirato fuori tutte le frustrazioni che vivo quotidianamente, ma l'ho fatto nel momento sbagliato e con le persone sbagliate, mettendo a repentaglio la mia incolumità e quella di chi mi era accanto!!!


domenica 16 dicembre 2012

Pensavo

Pensavo a pianeti lontani,
separati da costellazioni,
a continenti separati dal mare!!

Pensavo al calore del sole,
che non conosce distanze,
al furore del mare che niente placa!!

Pensavo a due amici,
lontani come quei pianeti,
che la volontà può far ritrovare!!!

CoccolArti... coccolandoci!!!

Fa freddo, esco frettolosamente dall'ufficio perché sono in ritardo e corro verso casa di Manuela, dove trovo ad attendermi anche Sandra.
Saliamo in macchina, sistemiamo le "cibarie" che serviranno per la cena e ci apprestiamo ad affrontare il traffico che come prevedibile è molto!!

Siamo stanche, nervose e con tanta voglia di rilassarci: se non fosse che sappiamo cosa ci aspetta... probabilmente saremmo già a casa,  tutte e tre sotto le coperte!!!
Arriviamo in perfetto orario, ma Sandra ha deciso di dover inviare una mail proprio in quel momento, io e Manu scendiamo dalla macchina e ne approfittiamo per fumarci una sigaretta mentre aspettiamo; passano i minuti e ci vediamo costrette a metterle fretta... scende borbottando e citofoniamo.

Il pianerottolo multicolore ci trasmette subito una bella energia e Paola ci tranquillizza subito quando cerchiamo di giustificare il ritardo: "ma state serene, siete le seconde...". Già, c'è solo Mario, che, come al solito, ci accoglie con un caloroso abbraccio.
Ci andiamo a togliere le scarpe e troviamo nel cesto degli splendidi calzini antiscivolo con Babbo Natale.
Li indossiamo in un attimo e torniamo nel salone che, per l'occasione, ci appare in tutto il suo splendore: non c'è bisogno di coprire i tappeti questa volta, non dipingeremo...!!!
Arrivano alla spicciolata anche le altre: Sabrina, Stefania... la new entry, almeno per me, Tiziana, che rivela subito di essere una persona fantastica con la quale mi piacerebbe davvero molto poter condividere ancora del tempo.

Siccome Loredana ha avvisato di essere bloccata nel traffico decidiamo di posticipare l'inizio del laboratorio e, nel frattempo, di tacitare lo stomaco che inizia a borbottare con qualche stuzzichino.
Appena arriva Lory, ci mettiamo tutti sul divano: siamo infreddoliti e Paola ci fornisce le coperte con le quali prontamente ci "bardiamo": ma che bella "combriccola" di pensionati!!!!
E' il momento della "presentazione" e per farlo ci tiriamo un orsetto al quale dobbiamo dare un nome e raccontare come siamo arrivate a quell'appuntamento!!
Ascoltando chi mi era accanto ho pensato che stiamo attraversando tutti un momento davvero difficile, ma, soprattutto, mi rendo conto di quanto poco riusciamo a goderci la vita.
E' un susseguirsi di "lamentele": "sono stanca, stressata, sono stata catapultata qui e mi sembra di essere un marziano"!!!! L'unica che ci regala un po' di serenità è Stefania, che ha avuto la possibilità proprio oggi di farsi una passeggiata per il centro di Roma!!

Quando Paola ci mette davanti il cesto pieno di palle di Natale col nostro nome scritto sopra, ci si illuminano gli occhi, ma.... eggià c'è un ma.... per avere la nostra, insieme al regalo che ci ha preparato, siamo "obbligati" a raccontare un ricordo di un nostro passato Natale, ma deve essere assolutamente positivo, niente di triste o malinconico... come dire... "quello è stato davvero uno splendido Natale"!!!
Il gelo è calato nella stanza.... acciderbolina, ma possibile che nessuno abbia un bel ricordo???? Paola ci guarda... e poi dice.... "vabbè... potete prendere la vostra palla anche senza dire nulla"... è stata la frase giusta da dire nel momento giusto.... perché ci siamo sbloccati e, piano piano, ciascuno ha iniziato a raccontare il proprio.... per qualcuno era il primo passato con il figlio, per qualcun altro, invece, quando il nonno l'ha portata sul pony (e pensare che la mamma l'aveva fatta andare via da casa durante i preparativi per punirla)... una terza persona si è rivista nel paesino abruzzese dove normalmente andava solo in estate e ricorda la sorpresa gradevolissima di trovarlo completamente diverso, immerso nella tradizione, perché nei borghi il Natale si vive in piazza, non solo nelle case!!! Ricordava il profumo della carne arrosto... e raccontandolo l'ha fatto sentire anche a me.
Ad un certo punto però ecco cosa succede: "beh, questo è il primo ricordo che mi è venuto in mente quando ce lo hai chiesto e non mi viene in mente altro, per cui questo racconto, tra l'altro credo coincida con il mio primo ricordo in assoluto. Piccolissima, forse 3 o 4 anni, mi chiedono di spegnere le luci dell'albero, mi infilo sotto il tavolo (o dietro il mobile, perdonate, ma non lo ricordo proprio) e mi accingo a farlo, ma prendo la scossa!!!"
Cosa abbia raccontato dopo, onestamente, non saprei dirlo, perché appena finito di dire queste parole siamo scoppiati a ridere... tutti, indistintamente, ma qualcuno è addirittura rotolato a terra per le risate.... io avevo le lacrime agli occhi e di certo non ero la sola!!!
Tutto questo preambolo per spiegare che ai laboratori di Paola si riesce a rendere lieve qualsiasi cosa... e la successiva fantasia guidata ha fatto il resto!!!
Elfi e folletti ci toglievano i pensieri dalla testa come fossero pietre... e li portavano lontano... siamo salite sulla slitta che in un momento ci ha portato alle Canarie... a Parigi... creando in qualcuno un po' di disagio, ma forse facendo anche in modo di rendere un po' più chiare le cose... e poi Babbo Natale, che per ognuno aveva un volto diverso, sulle cui ginocchia ci siamo seduti e che a ciascuno ha sussurrato una parola diversa... o magari ha passato un oggetto, quell'oggetto o quella parola che dovrà servirci nei momenti di difficoltà per farcela affrontare più facilmente!!
L'albero poi.... con i rami che ci consentivano di arrivare fino alla cima dove splendeva una stella... già... quella stella brilla sempre, a volte forse un po' meno, ma lo fa sempre!!!
Peccato tornare sulla slitta e riprendere contatto con la realtà, peccato davvero, ma è anche chiaro, dopo diversi laboratori a cui partecipo, che tornare a quel tipo di realtà non fa male, anzi, aiuta a lasciarsi andare sempre di più, a non controllare le emozioni, a liberarsi di timori e pregiudizi, a sentirsi capiti ed accettati per come siamo!!!

Prendo proprio il mio esempio: ho sempre pensato di essere "impedita" che per me disegnare fosse impossibile e fare dei collage ancora di più, ma lì riesco a mettermi in gioco e lo faccio con assoluta leggerezza.
Stavolta, invece di sporcarmi con i colori, l'ho fatto con la colla (toglierla dai capelli è stata un'impresa inumana!!!), e sono riuscita a tirar fuori qualcosa che  per me è un vero capolavoro, non perché lo sia, ma perché mai e poi mai avrei pensato di poterci riuscire!!!
Quattro strisce di carta colorata, due pezzetti di cartone flessibile, un po' di retino, qualche cuoricino legato in catenella ed il gioco è fatto... il mio albero di Natale è pronto.

A fine lavoro Paola ci ha domandato di dare a ciascun ramo dell'albero il nome di quello che è un nostro pregio e, ripensandoci ora che scrivo, nessuno lo ha fatto, chissà perchè... io lo faccio ora, tanto sono solo tre i miei rami: sensibilità, sincerità ed ingenuità.
Credo siano le tre caratteristiche che maggiormente mi raccontino, nel bene e nel male!!!
Il resto è la cena... le risate... le "coccole" che abbiamo continuato a farci... con quella preziosissima che ci ha regalato Stefania!!!
Ma il succo di tutta la serata è che avremo un ricordo del Natale elettrizzante.
Avremo per sempre il ricordo di nove persone strette tra loro a trasmettersi calore, avremo per sempre la certezza di cuori pronti ad ascoltare e menti disponibili a non giudicare!!!
Sarà un Natale speciale, indipendentemente da come andrà in giorno di Natale, perché nella mia vita sono entrate persone straordinarie con le quali posso condividere tutto: lacrime, sorrisi, pensieri, paure ed anche la mia follia!!
Ed allora ben vengano questi laboratori!!! A Paola dico di continuare su questa strada di farci parlare, raccontare, anche a scapito di un momento in più per l'espressività... perché, e di questo sono convinta, se non si parla non si cresce e si muore ogni giorno un poco!!!

A tutti, ma a tutti tutti, auguro buone feste e vi stringo tutti in un abbraccio fortissimo, sarete sempre nel mio cuore!!!

lunedì 10 dicembre 2012

Storie di ordinaria follia

E' arrivato l'inverno, fa freddo ed il cielo è coperto: non preannuncia nulla di buono.

Giunta in ufficio mi metto subito al lavoro: ho un mucchio di pratiche da definire e non voglio che si accumulino e vengano con me tra un paio di settimane.
Il sorriso che aleggia sul mio viso suscita l’ilarità di buona parte dello studi: “a Simò…… i piedi ben saldi a terra cocca…… non puoi mica sempre volare!!” è il commento più normale che mi viene rivolto.
La mia amica continua a ripetermi che ho gli occhi che brillano… e se lo dice lei ci credo… non adula, anzi è sempre durissima con tutti e con me in particolare.
Sono sommersa dalle carte quando mi portano un mastrino da spuntare…… mi metto subito all’opera… cercando di concentrarmi che in questo momento particolare mi riesce praticamente impossibile.
Terminato anche questo lavoro, torno all'occupazione principale, quando mi accorgo che è praticamente ora di andare a casa.
Tra l’altro ho un appuntamento telefonico oltre a quello col parrucchiere…. Inizio a prepararmi in fretta e furia, esco ed apro l’ombrello perché piove…… cerco il cellulare nella borsa di Mary Poppins e, non trovandolo, penso sia il caso di guardare in tasca al piumone……… ovvio era proprio lì, che senso aveva metterlo in borsa se avrei dovuto usarlo dopo pochi minuti???
Ma di ovvio in me c’è veramente poco…….
Torniamo alla narrazione dei fatti…… piove… in una mano l’ombrello, nell'altra il cellulare… non basta…. Ho deciso di accendermi una sigaretta……(Ssssshhhhhh per i non fumatori… lo so… fa male, ma sto cercando di diminuire…) dire che sono “impicciata” è poco.
Compongo il numero (e meno male che era l’ultimo che avevo fatto……) ed attendo la risposta……. Si comincia a ridere, a scherzare…… giochiamo e ci raccontiamo le ultime cose successe…….
Intanto, però, la situazione, per quanto mi riguarda, sta degenerando…… con una mano tengo sigaretta e cellulare…… nell'altra ombrello e borsa (che è a tracolla, ma che non vuole saperne di star su……) ho il mio solito cappello in testa ed è proprio questo a crearmi problemi…… eh sì, perché inizia a scendermi sugli occhi…… e non so come farlo tornare al suo posto…….
Mi trovo decisamente in una condizione alquanto scomoda…… praticamente non ci vedo più… ed oltretutto il cappello di lana mi inizia a solleticare il naso.
Chiedo al mio interlocutore di aspettare un attimo e provo a sistemarmi…. Tiro su il cappello e mi rendo conto di essere ad un centimetro da un palo della luce…….
Non sarebbe la prima volta che mi capita…… ma mi sono salvata…
Già, non è la prima volta…. “Intruppare” è quello che mi riesce meglio…… “intruppo” agli stipiti delle porte, “intruppo” alle colonne dentro casa, le curve le prendo sempre troppo strette quando camino……. Praticamente sono un livido ambulante……. 
Come dimenticare la volta che mi si infilò il tacco nel centro di Via dei Fori Imperiali???
Per chi non è pratico di Roma, la strada che congiunge il Colosseo all'Altare della Patria, bella lastricata..... tutta san pietrini.... fitti fitti.... stretti stretti ... Traffico??? Nooooo, per carità.... caos..... ed io lì.... al centro della strada.... che faccio???? Ovvio mi sfilo la scarpa..... ed attraverso con una soltanto.... aspettando che il semaforo diventi rosso per recuperare l'altra.... Oppure quando mi si è staccato di netto il tacco dello stivale.... Oppure quando, mamma prudente, mentre tornavamo alla macchina, invito mia figlia a fare attenzione perchè c'era un gradino.... peccato che io abbia dimenticato di avvertire anche me stessa....

Perché succede??? Bella domanda… ma trovare la risposta mi risulta impossibile.
Sono distratta, perennemente con la testa tra le nuvole……. Il naso è regolarmente rivolto verso l’alto ed è facile, quindi, prendere storte visto che Roma, tra “sampietrini” e di disconnessioni varie è tutta un buco…….
Povera me…… sempre acciaccata…… sempre dolorante…… sempre causa di risate altrui.
Eh si, perché io già lo so che anche ora, semplicemente leggendomi, qualcuno sta ridendo di me, ma secondo voi realmente la cosa mi ferisce??? Allora non avete capito proprio niente…… essere causa o, per meglio dire, il mezzo attraverso cui la gente si diverte, mi fa felice……. Di brutture ce ne sono tante e tante ne ho vissute anche io personalmente, per questo dico, ridete di me, ma, soprattutto, ridete con me…….

mercoledì 5 dicembre 2012

Di notte

E' notte fonda, mi sveglio di soprassalto: è strano, come se qualcosa di imprevisto ed imprevedibile abbia interrotto il mio sonno.
Chi lo sa: un sogno poco gradevole? un dolore causato da una posizione sbagliata? qualsiasi sia stata la causa sta di fatto che, alle 3.00, mi rigiro nel letto senza sapere bene cosa fare.
Mi alzo e vado in cucina: forse una tazza di latte caldo può servire a rilassarmi e quindi contribuire a farmi riprendere sonno.
Silenziosamente, per non svegliare nessuno, prima di accendere la luce chiudo la porta: vedo il pacchetto di sigarette sul tavolo e me ne accendo una.
Il bricco è già sul gas, prendo il barattolo della cioccolata e ce ne metto due cucchiai colmi: giro lentamente.
Il fumo che sale dalla sigaretta si compone in spirali, le seguo con gli occhi e lascio i pensieri vagare liberamente.

Come è strana la vita, dopo anni spesi a punirmi di qualcosa di cui non sono mai stata responsabile, ho rischiato di ricominciare, ma l'esperienza conta qualcosa, almeno per me e, fortunatamente, mi sono fermata in tempo.
Già, stavolta non sono stata così presuntuosa da voler fare tutto da sola o, forse, stavolta ho capito di non aver colpe da dover scontare.
La strada intrapresa è quella giusta, ne sono sicura.
Sento che giorno dopo giorno le cose vanno meglio e riacquisto voglia di fare e amore verso me stessa.
Si allontanano i cattivi pensieri, i ricordi dolorosi, le persone che mi hanno ferito, quelle che non hanno capito e coloro che ho perso... il centro, ora, sono io!
Non serbo rancore, è un sentimento che non mi appartiene, lascio sempre uno spiraglio aperto per chi vuole rientrare: non serve bussare, basta entrare con discrezione e, soprattutto, con sincerità.

La sigaretta è finita e con essa hanno smesso di formarsi le spirali, i pensieri tornano al loro posto.
Spengo il gas, prendo una tazza e ci verso la cioccolata bollente!!
Mi siedo al tavolo ed inizio a sorseggiarla, il calore che sprigiona mi regala una sensazione gradevolissima: dolcezza!!
Il profumo di quella cioccolata bollente ha riempito la cucina ed è inebriante: esattamente come la vita che intendo vivere da ora in poi!!!


lunedì 3 dicembre 2012

L'albero riFiorito

Ormai questi incontri periodici sono diventati, più che una piacevole consuetudine, un bisogno inalienabile.
Vengo da una settimana devastante: può sembrare assurdo, ma convivere con le emozioni legate alla laurea di mia figlia mi ha completamente messa a tappeto.
La felicità infinita, unita alla paura di non riuscire a farla comprendere, mi hanno svuotata.
Inoltre io, da sempre abituata a non manifestare nulla di fronte alla mia famiglia, mi sono ritrovata più volte a piangere davanti a loro come una bambina.
La festa di venerdì sera è stata la ciliegina sulla torta: non è più una bambina, lo so da tanto, ma ora l'ho toccato con mano.
Sabato mattina, quando sono uscita per i soliti giri, con tre ore di sonno addosso ho pensato di non riuscire ad onorare il mio impegno: ho temuto di non farcela fisicamente ad andare da Paola, ma mi sono detta che privarmi di una valvola di sfogo ed, al tempo stesso, di un supporto emotivo tanto importante sarebbe stato veramente stupido da parte mia. Ho mandato giù velocemente un panino e mi sono preparata per uscire.
Il tema del giorno non era proprio di quelli che mi potevano far rilassare: Klimt e la sensualità, ma, come al solito, la nostra ospite è in grado di trasmetterci calma, serenità e tanto tanto senso di libertà.
Il gruppo, il solito, è accogliente, caldo, rassicurante.
Inizio a parlare subito e spiego come arrivo a quell'incontro: tesa e bisognosa di rilassarmi.
Non lo so', è stato diverso dal solito, anche la "cerimonia" delle chiavi mi ha spiazzata: io dovevo scrivere la mia frase, non pescarla, ma scrivermela, la prima che mi veniva in mente e, stranamente, quello che mi è balenato in testa poco c'entrava con l'argomento trattato: "la normalità ha veramente poco di normale"!!
Poi il nostro "viaggio" guidato: ho realmente sentito il calore della pietra sul mio corpo, quello zaffiro enorme, che mi sfiorava la fronte e trasmetteva, col suo azzurro intenso, un senso incredibile di pace... la testa che si svuota, i pensieri che si trasformano in foglie e volano intorno, il loro fruscio e la bellissima pioggia di polvere dorata in cui si trasformano... illuminante.

E' stato difficile tornare alla realtà, talmente tanto che ho continuato, in qualche modo, a rimanere in quel mondo tanto speciale e magico. 
Ho preso il mio solito mezzo foglio bianco, il piattino di plastica e scelto il colore di base, pronta, come al solito, a sporcarmi.
Che strano, ho scelto il verde, ho abbandonato il mio amato azzurro e mi sono proiettata verso un nuovo universo da esplorare. C'è di più... ho iniziato a miscelare il colore con la spuma da barba con dolcezza, senza la mia solita irruenza: avevo bisogno di "sporcarmi", ma di farlo con calma, assaporando il piacere del colore che penetra nella pelle, forse, in qualche modo, la sensualità di Klimt ha fatto effetto....
Terminato di riempire il foglio sfumando con l'aggiunta di spuma o colore per raggiungere l'effetto desiderato, ho capito che non mi bastava, non più: qualcosa stava succedendo, sentivo che era arrivato il momento di fare un passo in avanti, se ho pianto davanti a mia figlia, posso permettermi anche di "disegnare" qualcosa, oltre che impiastricciare il foglio.
Ho esitato tanto, ma alla fine ho impresso tra il verde un albero: spoglio e triste.
Mario, seduto accanto a me, stava facendo uno dei suoi soliti capolavori e ho preso spunto da lui (gli ho anche rubato i colori, ma so che mi perdonerà!!). 
Ho messo una serie di puntini colorati su quei rami, rallegrando immediatamente l'albero.
Poi, avendo ancora in mente la pioggia dorata, ho messo in un angolo una macchia d'oro... e ho "piantato" l'albero nello stesso colore.
Non mi bastava, ancora non ero riuscita a manifestare quello che stavo provando, qualcosa era ancora solo nella mia testa, il disegno era ancora troppo cupo ed io non mi sentivo "cupa" anzi, al contrario, ero piena di colori, di allegria e soprattutto di voglia di condividere queste sensazioni: il cerchio in cui ci eravamo inconsapevolmente stretti mi stava trasmettendo calore, ero tranquilla, libera, nella possibilità concreta di fare qualsiasi cosa; per questo imperterrita, ho messo le dita su quei puntini di colore e, tornando a pasticciare come tanto mi piace fare, ho permesso al mio albero di fiorire.
Neppure per un momento ho sentito la necessità di scrivere (cosa che normalmente mi capita) ho trovato un'altra valvola di sfogo altrettanto valida per le mie emozioni.
Quando, a fine laboratorio, abbiamo iniziato a parlare e Paola mi ha chiesto il titolo del mio disegno l'ho detto d'istinto: l'albero fiorito, ma mi sono subito corretta, non era fiorito, ma riFiorito, ecco, proprio questo vorrei poter fare della mia vita, forse questo sto realizzando: sto consentendo a me stessa di riFiorire.
E' meno difficile di quello che pensavo, se si è tra le persone giuste, nell'ambiente adatto e si ha la volontà di farlo... ci si può riuscire!!

venerdì 30 novembre 2012

Stupida

A volte penso di essere davvero stupida,
mi fido delle persone e gli regalo il mio cuore,
insieme alla mia fiducia e tutte le mie speranze!
Nonostante le ferite che mi porto dentro,
continuo a guardare al mondo con ottimismo,
ma a volte penso di essere davvero stupida.
Poi mi alzo, prendo uno specchio e mi guardo:
serena con me stessa, io posso farlo, senza paure.
No... non sono stupida.... solo tanto ingenua!!

mercoledì 28 novembre 2012

Il grande giorno

In dieci minuti riassunta la vita di tre anni:
pieni, vissuti intensamente e ricchi di soddisfazioni.
Quante lacrime celate? Quanti sacrifici? 
Ma la soddisfazione che stai gustando compensa tutto.
Ti vedo su quel palchetto: cento persone davanti,
la commissione di fianco e tu.... 
così piccola, una miniatura, apparentemente fragile,
ma con una forza interiore che a pochi sfugge.
Sfoderi il tuo sorriso e tutti rimangono ammaliati.
Cosa importa se qualche parola è sfuggita?
Quanto conta se il discorso era poco scorrevole?
Gli occhi della commissione io li ho visti:
sono fieri di te e del tuo lavoro, quanto lo sono io!!
No, non è vero, io lo sono di più, perché io so!!!
So quanto hai lottato, anche contro te stessa, 
so le paure che hai affrontato: i tuoi mostri.
Non so parlarti e ormai ti è chiaro, ma so... 
Non dubitarne mai.... sei il mio bene più prezioso!!!

sabato 24 novembre 2012

Rabbiosamente

Ricordi sbiaditi dal tempo,
ma tuttora angosciosi, che mi confondono!
Brutti pensieri riaffiorano!
E poi.... indifferenza....
Se potessi la cancellerei!!
Meglio il disprezzo, l'astio, perfino l'odio...
Preferibile il confronto, mettermi in gioco,
fino a sfidare la sorte!!
Eppure spesso mi chiudo... e lascio il mondo fuori
Non serve a niente, soprattutto non a me.
Troppe volte ho subito: continuerò a farlo!!
Troppo facile giudicare, ma, davvero,
indegno farlo con cattiveria gratuita!!
Ho una dignità eppure sembra che io l'abbia dimenticato!!!

giovedì 22 novembre 2012

Paura... non ti temo!!!!

È buio pesto e regna un silenzio assoluto.
Nel cielo non si scorge neppure una stella, ci sovrastano degli alberi enormi i cui rami sembrano braccia pronte ad imprigionarci.
All'improvviso appare un grillo ed inizia ad usare tutto il suo talento per saltare tra di noi; si posa sulle spalle che trova più comode e da lì inizia a parlare, con una vocetta penetrante e stridula, con il chiaro intento di creare scompiglio. Non è un grillo qualsiasi: forse non si tratta proprio della nostra coscienza, ma sicuramente è molto vicino a quella parte di noi che spesso ci crea tanta insicurezza e ci frena!
Eccolo: inizia a parlare al mal capitato che lo ospita in quel momento!!
"Che ti avevo detto? Dovevi startene a casa, tu e la tua mania di fare fare fare.... non ne indovini una!!!" oppure, "ma che ci provi a fare... tanto sei una povera incapace, non hai talento, non sei in grado di fare nulla di buono!" e ancora "sei voluto venire qui? ora paga le conseguenze del tuo osare!!"
E' impossibile non ascoltarlo e, facendolo, tutto sembra diventare ancora più cupo di quanto già non fosse.
I rami si deformano e, piegandosi, si trasformano in serpenti; contemporaneamente farfalle gigantesche iniziano a volarci intorno e trasformano il silenzio, in cui ci troviamo immerse, in un ronzio che ci penetra nella testa, creandoci ancora più confusione.
In lontananza si palesano sagome apparentemente umane, ma non sono ben definite: sono nere e non riusciamo a distinguerne il volto!!
Guardandoci negli occhi comprendiamo che la sensazione comune è lo sgomento e percepiamo distintamente un'ansia che sale, ci arriva allo stomaco, poi più su, fino alla gola impedendoci quasi di respirare.
Ormai ci siamo convinte che non poteva succedere di peggio, ed invece tre sfere enormi si posizionano sopra di noi ed iniziano a tirar fuori dal loro interno ragni, pipistrelli ed altri insetti orripilanti, che in un istante hanno preso possesso dell'ambiente in cui ci troviamo... e contemporaneamente abbiamo iniziato a sentire grida e risate stridule, mentre inquietanti occhi rossi si intravedevano tra un ramo e l'altro.

Non ci sono più dubbi ormai: siamo all'inferno...

Potevamo lasciare che la paura ci sovrastasse e prendesse il sopravvento, invece, proprio come succede nelle favole, una voce, calda e rassicurante, ci dice di non lasciarci andare.
E' lontanissima e si alterna con un'altra, altrettanto dolce e serena... è la molla che ci serviva: ma si... che stupidaggine stavamo per fare!!
Torniamo a guardarci e tendiamo le mani, le stringiamo forte ed iniziamo a giocare a girotondo, cantando prima sottovoce, poi sempre più forte, fino a coprire il ronzio degli insetti... qualcuno grida, altri sbattono forte i piedi a terra... tutti insieme urliamo rivolti al quella bestiaccia impertinente:
"Ehi, grillo, ma cosa pensi di farci paura??? da quando un insettucolo delle tue dimensioni può venire a dettar regole ad un essere pensante?" con una piccola mossa facciamo cadere il grillo dalle spalle ed inventiamo una filastrocca:

Grillo parlante,
grillo bislacco,
lasciaci in pace,
torna nel sacco!

Nello stesso modo, ma anche ridendo di quei mostri che ci stavano terrorizzando, riusciamo, poco a poco, a farli sparire tutti ed il paesaggio torna idilliaco come doveva essere fin dal principio.
Insieme abbiamo sconfitto prima la paura ed inevitabilmente siamo riuscite a far scendere l'ansia; lo abbiamo fatto tenendoci per mano, mettendoci a giocare, cantando e ridendo, urlando: cercando, dentro di noi e con gli altri, quale potesse essere la strada da percorrere per farlo nel modo migliore.

E' quello che magistralmente ci hanno suggerito quelle due voci: Paola e Giulio, trovare il modo che più ci è congeniale per impedire ai mostri che ci nascono dentro di paralizzarci ed impedirci di godere di quanto di buono e bello abbiamo intorno.
Sono molte le strade: si può parlarne, disegnarle, oppure imprimerle con l'inchiostro sulla carta e camminare tenendole in mano, per poi scambiarle con chi ci è vicino...
Così, facendo questi tentativi, ci siamo potute rendere conto che ognuno ha le proprie paure, ma che, spesso, sono le stesse per molti, pur nella loro diversità di manifestazione, ed ci condizionano la vita.
Trovare la strada per affrontarle non solo ci consentirà di vivere meglio, ma, soprattutto, ci fornirà i mezzi per sconfiggerle e gli strumenti per combattere le nuove che immancabilmente si affacceranno nella nostra testa.

Non bisogna dimenticare che senza paure non si vive, anzi, spesso sono la nostra salvezza: proprio per questa ragione ho scelto di tenerne una per me.

Avevamo ognuno tre foglietti, una parola, su ciascuno, passeggiavamo per la sala e ce li scambiavamo, quando mi è arrivata tra le mani la parola ABBANDONO.
Per me non è una paura, ma un vero e proprio incubo, eppure non l'avevo scritta, era rimasta nella mia testa, ritrovarmela per le mani è stato un colpo!!
Il "gioco" che stavamo facendo mi imponeva di buttarlo quel pezzo di carta ed io avevo rispettato le regole, controvoglia ma lo avevo fatto.
Mi ero convinta che fosse un segno il fatto che mi fosse arrivata per le mani... perciò ero così contrariata, quasi infastidita.
Non ricordo se l'ho detto apertamente, ma sta di fatto che quando mi è stato detto che se volevo potevo scriverla di nuovo e tenermela non ho esitato un attimo.... ce l'ho nel portafoglio, proprio come uno di quei foglietti che ti lascia il medico per un appuntamento, o il parrucchiere... un memorandum per non dimenticare qualcosa di importante.
Ho fatto anche di più però, uno dei miei foglietti, MORTE, lo avevo dato via e quindi non ero stata io a gettarlo, perciò, su un secondo foglio, ho scritto quella parola ed ho stracciato quel pezzo di carta, con una violenza di cui non credevo essere capace.

E' proprio questo il succo della giornata, questo è veramente cambiato.
Si lascia andare qualcosa e qualcosa si trattiene: io mi sono presa la certezza che condividere consapevolmente aiuta a stare meglio ed ho lasciato lì il silenzio, che mi soffoca e nel quale mi rifugio sempre quando mi sento delusa, tradita o semplicemente non capita.

Da sola non ci sarei mai arrivata e per questo ringrazio i nostri "mostruosi conduttori": nessuno pensa sia facile intraprendere questo percorso, ma avere qualche "dritta" è sicuramente importante e noi di "dritte" ne abbiamo ricevute proprio tante!!!!


lunedì 19 novembre 2012

I "Grandi a modo mio"... magari mi fanno diventare grande

Ho sempre pensato che io ed il disegno fossimo agli antipodi: incapace anche di tenere in mano una matita figuriamoci se avrei mai potuto cimentarmi nella pittura vera e propria.
Questo era, tra gli altri, il motivo per cui quando ho accettato di partecipare ai laboratori di Paola, l'ho fatto con una certa diffidenza!!
All'inizio è stato davvero difficile: non avevo capito o forse, semplicemente, non ero pronta a mettermi in gioco e così avevo preso una scorciatoia, mi ero "nascosta": invece di "dipingere" mi sono messa a scrivere.
Per me è tanto più semplice, è una cosa che conosco, che so fare, che faccio d'istinto: so come gestirmi e sono perfettamente in grado di controllarmi!
In questi incontri le emozioni sono talmente vive e forti che è facile farsene travolgere, eppure io, che pure di emozioni vivo, non mi ero lasciata andare, ero rimasta sulla difensiva.
Mi sentivo tranquilla tra quelle persone, capivo di essere in un ambiente "protetto" e che nessuno mi avrebbe giudicata, tanto che non ho avuto problemi a parlare e confrontarmi, ma mettere in gioco le mie emozioni più profonde... no... non mi è riuscito....
Eppure, malgrado questo, ho scelto di insistere e quando è arrivato il momento di Hundertwasser mi si è aperto un mondo nuovo o meglio, io ho deciso di entrare in quel mondo nuovo!!
Ho deciso di "sporcarmi"... mi sono lasciata andare: spuma da barba e colore... e le mani dentro, senza guanti, nude affinché il colore potesse penetrasse attraverso di esse per arrivare all'anima per restituirgli la luce.
Solo blu e rosso... sul foglio bianco che rimaneva parzialmente visibile... ma l'ho fatto e la sensazione di libertà che ho provato è stata indescrivibile.
Ultimato il lavoro ero sfinita: l'energia impiegata mi aveva svuotata di qualsiasi forza fisica, ma riempita di una sensazione di leggerezza impagabile.
Ovviamente non ci ho pensato un attimo quando è arrivato il momento di ripetere l'esperienza con Matisse e stavolta i colori sono stati di più, il bianco nel foglio non si vedeva ed io ero soddisfatta davvero!!! Penso sia scattata la molla, ora mi fido, sento di poter fare, non è necessario saper dipingere, basta lasciare che i colori si impossessino di noi.... basta lasciarsi andare, fermare la mente... non servono pennelli e tanto meno la tecnica, serve soltanto il cuore!!
Ma l'importanza di questi incontri va al di là dell'esperienza artistica in sé, questi laboratori servono per ritrovarsi e per trovare gli strumenti necessari a vivere meglio la nostra quotidianità.
Non forniscono risposte, ma percorsi da fare insieme per trovarle quelle risposte.
E poi "gli altri" con la loro energia condivisa, le loro storie... pronti a infonderti coraggio e prendersi il tuo... sorrisi sempre disponibili, lacrime da farsi asciugare e da asciugare, anche il dolore fa meno male: perché condiviso diventa immediatamente un po' più leggero... proprio come un fardello, quando lo suddividi e lo distribuisci, anche se inevitabilmente e giustamente ne trattieni la parte più grossa, è meno ingombrante!!
Io ho bisogno di ritrovare me stessa.
Ho sempre pensato di potercela fare da sola e mi rendo conto che la mia presunzione mi poteva costare cara sul serio, l'ho capito e non è troppo tardi.
Sono in ballo ormai e non mi fermerò, anzi, intendo continuare su questa strada perché mi fa bene al cuore, allo spirito e mi aiuta a vivere meglio!!!

giovedì 15 novembre 2012

Mozzafiato

Una raffica di vento: improvvisa ti colpisce il viso,
quasi uno schiaffo, repentino, ingiustificato!!
Un'ondata di piena: tutto travolge, sommerge, distrugge,
non ti dà neppure il tempo di respirare!!
Una corsa a perdifiato: per raggiungere la meta ambita,
fino a farsi scoppiare il cuore!!!
Sono così le emozioni, le paure, le ansie e le angosce:
ti succhiano la vita... e neppure te ne accorgi!!!


sabato 10 novembre 2012

Considerazioni allo specchio


Lei è una continuamente in lotta con se stessa: si alza la mattina ed è già sulla difensiva, quasi che il principio della giornata coincidesse con l'inizio della battaglia.

Si guarda allo specchio e solo da poco lo fa con relativa tranquillità, non si è mai particolarmente piaciuta, anzi, un'unica eccezione per gli occhi, quelli sì, quelli li ha sempre amati, forse perché consapevole del fatto che parlano. 


E' convinta che raccontino quella parte di lei più nascosta, quella che, spesso, nasconde e non è detto necessariamente sia la migliore.
Parlano della sua fragilità, della paura di non essere capita, accettata, amata. 
Parlano della rabbia repressa che la soffoca, parlano delle delusioni che subisce, senza far nulla per modificare le cose...
 

Forse, riflettendoci, sono proprio queste le ragioni per cui si trova ad assecondare chi la circonda.

Lei è una che si mette in un canto, un angolo privilegiato, da lì osserva coloro che ama muoversi nel mondo, cercando di partecipare alle loro gioie e condividere i loro dolori, provando a farlo senza peccare di invadenza. 

Da lì prova a comprendere le cose che piacciono loro, le aspettative e, da lontano, ha l'illogica presunzione di poterne realizzare i desideri.

Lei è una che soffre perché spesso nel mettere gli altri al centro finisce per perdere se stessa e quando alla sera, finalmente sola, cerca qualcuno con cui condividere un'idea, un sogno, un progetto spesso trova solo silenzio ed egoismo.

Lei è una che piange con facilità, ma non per debolezza, il suo è un modo come un altro per esprimere le emozioni quando sono troppo forti per essere descritte e gestite.
Con le lacrime prova a far uscire da sé il senso di impotenza che la sovrasta, quel voler a tutti i costi gestire tutto e tenere tutto sotto controllo... nulla deve intaccare le sue certezze, la vita deve scorrere su binari sicuri, senza interruzioni, senza rischi... l'imprevisto la sconvolge perché pensa di non poterlo gestire. 

Cerca di dare un senso a cose che senso non hanno e non lo avranno mai.

Lei è una che ama. Ama l'amore perché la sensazione che le regala è indescrivibile. Lo ama talmente tanto da arrivare al punto di inventarselo per non doversene privare. Perché l'amore reale, tangibile, quello da vivere giorno per giorno è difficile, ferisce, fa male e lei pensa di non essere più in grado di sopportare il dolore di un addio.
L'amore in senso lato, l'amore per un uomo, per un'amica, un amico... l'amore per un animale.... purché sia Amore.

Lei è una che sovente provoca l'addio che tanto teme, con comportamenti insensati e abbandoni immotivati. Sbatte la porta in faccia alle persone a cui tiene di più, perché, facendolo, impedisce a loro di farlo: ferisce per non essere ferita, non capendo che in realtà la ferita se la sta procurando da sola.


Lei è una che non cambia, va dritta come un treno, quando decide di volere una cosa fa di tutto per ottenerla e se si rende conto che proprio non è possibile... quella cosa non la interessa più... lei è una che non perde, al massimo pareggia, ma questa è la storia che racconta a se stessa, perché in realtà lei è una che si mette sempre in fondo alla lista delle cose da fare e delle persone da rendere felici: gli altri, sempre prima gli altri!!!

Lei è una che è convinta di essere una pessima madre, eppure ama la figlia più di qualsiasi cosa al mondo. Non sa dirglielo: "ti voglio bene". Sono soltanto tre parole, ma per lei sono le più difficili da pronunciare.. Ha messo un muro tra di loro e non riesce ad abbatterlo, pur soffrendoci da morire.
Averla dovuta crescere da sola ha esaurito le sue energie e la sua assoluta incapacità di chiedere aiuto ha fatto il resto. Per non parlare dei sensi di colpa. Lei è una che non sa manifestare i sentimenti, o meglio, lei è una che ha proprio paura dei sentimenti quando sono troppo forti.

Per finire: lei è una che non sa dire addio, a nessuno ed in nessun modo, non sa dire addio a chi lascia la vita, e neppure a chi esce dalla sua vita. Lei è una che lascia sempre socchiusa la porta del cuore, a qualsiasi costo, anche al prezzo di farsi molto male. Non c'è contraddizione con quanto affermato prima, perché lei sparisce dalla vita di qualcuno, ma quel qualcuno non sparisce dalla sua... MAI!!!

La gatta sul tetto che scotta

Quando la mia amica mi ha domandato la cortesia di pensare alla sua gatta mentre lei era in vacanza, non ci ho pensato un attimo: le ho dato immediatamente la mia disponibilità!
La sera prima della partenza decidiamo di mangiarci una pizza a casa sua, affinché io possa rendermi conto di ciò che c'è da fare, dove trovare tutto il necessario e, soprattutto per farci due chiacchiere in santa pace.
Aprire una scatoletta, cambiare l'acqua e tenere pulita la lettiera non sono incombenze particolarmente complicate. Ascolto la mia amica quando mi suggerisce di tenere sempre a portata di mano dei "bastoncini" di fegato, che sono delle vere e proprie leccornie per la nostra gattina e, terminata la spiegazione dei miei "doveri" ci possiamo dedicare tranquillamente alla parte più interessante della serata: le confidenze e gli spettegolezzi!!
Sedute in balcone ci godiamo un po' di fresco ed il panorama dei Castelli Romani in lontananza... Micia è tranquilla sotto il tavolo della cucina e ci osserva con aria sorniona.
Si sta facendo tardi e ci salutiamo, Manuela mi dà le chiavi del suo appartamento e mi accompagna per un tratto di strada.
La giornata successiva è come tutte le altre salvo che, dopo il lavoro, andrò a prendermi cura di un animaletto!
Apro il portone e salgo fino all'ottavo piano, non appena giunta sul pianerottolo sento distintamente il miagolio dietro la porta e subito mi ricordo le raccomandazioni che ho ricevuto: "Simo, per evitare che Micia esca mentre apri la porta metti il piede nella fessura che si apre, vedrai che Micia si tira indietro!!". Eseguo alla lettera, ma non ottengo il risultato sperato, anzi, la gatta inizia a graffiarmi i piedi, decido allora di utilizzare la borsa, che mi offre maggior copertura e finalmente riesco ad entrare. "Stai buona Micia, mamma torna presto, io, nel frattempo, penserò a te: vedrai che ci divertiremo" ebbene si, sto parlando con un gatto e mi piace da morire.
Le apro la scatoletta e nel frattempo le tendo uno dei suoi "bastoncini", cambio l'acqua, le faccio un po' di coccole e scatto qualche foto da mandare alla "mamma"!!
Dopo una mezz'oretta mi preparo per tornare a casa.
Strada facendo chiamo Manuela e l'avviso che è tutto a posto.
Così per sette giorni... a volte la mattina, altre il pomeriggio, col rapporto con Micia che diventa sempre più facile: ora mi aspetta e non mi graffia più, non solo, non serve di certo la borsa per entrare, anzi addirittura neppure il piede, il problema, piuttosto, è diventato uscire... la mia amica si stende davanti alla porta e mi impedisce di lasciare l'appartamento... è evidente che le fa piacere la mia compagnia o, forse, non ha voglia di stare sola!!!
Ma torniamo a quello che è successo il settimo giorno... nella giornata precedente aveva piovuto molto forte ed io avevo abbassato le tapparelle un po' più del solito per impedire che si allagasse tutto: credo che Micia abbia interpretato male questo mio gesto e...
Quando sono arrivata al piano non ho sentito il solito miagolio dietro la porta, ma non ci ho fatto caso più di tanto, ho pensato che Micia fosse in balcone a rinfrescarsi. Ho aperto e sono entrata chiamandola "Micia... sono arrivata... dove sei??? vieni che ti faccio un po' di coccole!!" niente... non si faceva vedere.
Sto parlando di una casa piuttosto piccola, ma della gatta non ho trovato traccia.
La ciotola dove mettevo il suo cibo era vuota ed anche l'acqua era finita, questo mi ha reso immediatamente chiaro che era stata lì ... inoltre c'erano croccantini sparsi ovunque.... ma dov'era finita??
L'ho chiamata per venti minuti senza ottenere alcun tipo di risposta, ho perfino fatto ricorso ai bastoncini, ma non c'è stato verso... era proprio sparita!!
Non sapevo cosa fare e dove cercarla, non volevo mettere in ansia Manuela, ma avevo bisogno di dirle quello che stava succedendo anche per avere qualche consiglio su dove cercarla e, alla fine, le ho telefonato.
Invano ho seguito le sue indicazioni non sono riuscita nell'intento di scovarla.
Sempre al telefono con la mia amica che sentivo preoccuparsi quanto e più di me, esco sul balcone e, in quello dei vicini, dietro l'angolo, vedo una coda... chiamo, ma niente, quella coda si muove, ma Lei rimane lì, dandomi le spalle, quasi si stesse nascondendo.
Tranquillizzo la mia amica e torno a casa... sto come una pazza... perché ha fatto così?
Quando il giorno seguente torno la situazione è la stessa, di Micia non c'è traccia e di nuovo terminato il mangiare e l'acqua... il bastoncino che avevo lasciato vicino la finestra era sparito... segnali inequivocabili che la "simpatica bestiolina" era stata lì, ma che non voleva vedermi.
Ho anche sentito miagolare, dal soppalco, ma non ho potuto arrampicarmi comunque, un po' più tranquilla, sono andata via!!
Ero nervosa e mi sentivo in colpa perché il giorno dopo sarebbe rientrata Manu e non avrebbe trovato la sua Micia, non ero stata una buona "vice mamma".
E' stata una notte lunghissima, sonno agitato e brutti sogni: una delle poche volte che ho vissuto il risveglio come una liberazione.
Ricordo bene che era un sabato mattina, mi sono vestita velocemente e mi sono avviata: arrivata al pianerottolo avevo quasi paura ad aprire la porta, ma.... un miagolio mi ha sollevato il cuore!
Ho infilato la chiave nella toppa ed ho messo il piede nella fessura, ma Micia non voleva uscire, voleva solo coccole che ha puntualmente ricevuto insieme ad una marea di improperi "Cattiva... ma dove sei stata? lo sai che ci hai fatte preoccupare?" e lei? lei faceva le fusa, mi si strusciava sulle gambe, si rotolava sul pavimento, voleva giocare.
Io? io ho giocato con lei, l'ho riempita di carezze e l'ho abbracciata!!!

giovedì 8 novembre 2012

Elucubrazioni mattutine... in quel di Roma!!

Mi alzo: occhi gonfi e dolori diffusi in tutto il corpo. Non è stata una notte tranquilla. Del resto in questo periodo di tranquillo c'è veramente poco e non sempre si trova il modo giusto per affrontare le situazioni così come si presentano.
Guardo il decoder per controllare l'ora: è tardi ma ho freddo e nessuna voglia di mettere i piedi giù dal letto.
Il profumo del caffè, insieme al pacchetto di sigarette posato poco distante, sono lo stimolo giusto. Bofonchiando mi alzo, sussurro "buongiorno" a me stessa e mi verso il caffè nella tazzina. Subito dopo accendo la sigaretta. Lo so, non dovrei, fa male e “Nuoce Gravemente alla Salute” ma è un automatismo che ho fatto mio da parecchi anni.
Non ho l'abitudine di fare colazione: al massimo accompagno il caffè ad un bicchiere di latte, posso quindi prendermi un po' più di tempo per prepararmi fisicamente e mentalmente alla giornata che mi aspetta. Già, la giornata che mi aspetta: sempre dietro l’angolo e sempre la stessa: lavoro... lavoro... lavoro... e raramente uno scampolo di tempo per me, all'interno del quale possa dedicarmi alle persone ed alle cose che amo.
Anche scrivere, che per me è una valvola di sfogo incredibile, diventa complicatissimo: spesso lo faccio quando mi prendo cinque minuti di tempo per fumare una sigaretta, (anche se so che è lei a fumare me), mi alzo dalla scrivania e mi metto alla finestra col cellulare in mano per raccogliere piccoli pensieri, impressioni, riflessioni, le emozioni del momento. In sostanza mi ritrovo ad usare il telefono come un block notes: del resto, come dice chi mi conosce bene, quello strano strumento a me serve a tutto tranne che a comporre il numero e chiamare un amico. 
Quante volte affacciata a quella finestra mi sono ritrovata a fantasticare: è facile, basta osservare con gli occhi e lasciar parlare il cuore. Per esempio: quei due ragazzi che camminano frettolosamente, a testa bassa, uno ad un metro dall'altro, sicuramente hanno appena finito di discutere, ma sono amici e non vogliono mettere troppa distanza tra di loro, non vogliono che lo spazio fisico finisca per separare i loro cuori. E che dire di quel tizio che tiene la musica a tutto volume? Cosa vuole fare: mettere a subbuglio l'intero quartiere? No, magari vuole soltanto riempire di melodia la realtà che non lo fa sentire felice, anche se mi rendo conto che non ha capito che il suo pavimento è il soffitto di qualcun altro.
E quella coppia davanti al "nasone"? Perché ha quello sguardo smarrito?
Sicuramente non sono romani se no non si meraviglierebbero per tanto spreco d'acqua.
Già, varia umanità, confusione, traffico, gente che grida, file alle fermate degli autobus: moltissimi lo chiamano CAOS io invece amo chiamarlo VITA.
Tra un pensiero e l'altro si sta facendo tardi sul serio, ho un occhio truccato e l'altro no, velocemente provo a porre rimedio alla cosa, infilo il cappotto ed esco.
Il portiere sulle scale, come ogni giorno, sta lavando a terra e mi grida: "Ehi, Simo, con calma, evita di scivolare!"Al portone il solito "gruppetto" che discute dei soliti argomenti triti e ritriti, esaminati e sviscerati mille volte ma che, ancora oggi, sono fonte inesauribile di confronto.
Una veloce telefonata, (già… ogni tanto uso il telefono esattamente per l'uso che se ne dovrebbe fare ), e sono pronta per scambiare le quotidiane chiacchiere con il giornalaio.
Dieci minuti e sono al portone. Prendo le chiavi, lo apro, premo il bottone per chiamare l'ascensore e salgo al terzo piano. Apro la porta dell'ufficio e, richiudendola alle mie spalle, inizio l’altra vita; quella che non mi piace, ma a cui non posso rinunciare.
Unica nota positiva? La mia Amica, il mio angelo custode, una delle persone più belle che io abbia mai incontrato. Basta un suo sorriso e la giornata, ET VOILA!, diventa perfetta.

Promessa

C'avete presente una che 'nun c'ha capito gnente?
Se pensa d'avè parlato bene, d'essese spiegata,
d'esse stata chiara come un ruscello de' montagna...
e invece manco pe' sogno... tutta 'nantra cosa!!!
Ecco è quello che m'è successo l'antra sera:
pensavo d'avé scritto fischi e guarda 'npò...
dall'antra parte capischeno fiaschi...
È come se, all'improvviso se sollevasse 'n velo... 
quasi che se squarciasse er cielo...
Aó, ma allora te m'hai capito davero!
E allora sai che c'è? Te metto alla prova...
Prepara er fazzoletto perché so' pronta!!
Te continua a legge fiducioso e porta pazienza,
lo so che so' lunatica, ma sta tranquillo,
so' sicura che me riesce e poi... ma in fondo che rischi??
Nella peggiore delle ipotesi non me riesce,
ma si invece ce riesco? Visto mai te regalo 'n sorriso??

mercoledì 7 novembre 2012

Io sono una che....

Io sono una che piange,
io sono una che ride,
io sono una che sogna,
io sono una che vive!

Io sono una che cambia,
io sono una coerente,
io sono una che vola,
io sono una che cade!

Io sono una che urla,
io sono una che tace, 
io sono una che fugge,
io sono una che rimane!!

Io sono una che ama,
io sono una che odia,
io sono una che è,
io sono una che spera!

Io sono una che non si nasconde,
io sono una che non mente,
io sono una che ti dà il cuore,
io sono una che non dimentica!!

Io sono una che si è smarrita,
io sono una che si sta ritrovando,
io sono una che non si arrende,
io sono una che non si trasforma!!

domenica 4 novembre 2012

Oggi... come allora!!


Scopro che il dolore si attenua,
che i ricordi si fanno più dolci,
ma anche che l'amore non muore!!
Il tuo viso... lo vedo... col cuore
mi perdo nell'azzurro dei tuoi occhi!!
Penso ai tuoi sorrisi: 
tanto rari e per questo preziosi,
e poi le tue parole soppesate, profonde, 
mai banali: sono state il tuo regalo!!
Ecco perché oggi non piango papà:
la tua presente assenza non può far male!!




sabato 3 novembre 2012

Indimenticabile!!!

Non ti ho dimenticato... sei sempre con me, 
anzi, di più, dentro di me... incancellabile,
riempi i vuoti che lascia chi dice di volermi bene, 
ma che poi, nei fatti, mi dimostra l'esatto contrario!
Sei il mio primo pensiero la mattina quando mi sveglio,
l'ultimo prima di chiudere gli occhi prima di dormire...
Sei il sorriso più vero... il dolore più grande...
la persona più importante!!!
Sei cuore nel cuore, ricordo nel ricordo, 
pensiero nel pensiero,
vicino e lontanissimo, sempre presente,
mi proteggi, abbracci, consoli!
Sei il mio presente, tu asciughi le mie lacrime
regalo a te ogni mio sorriso, sei, insostituibile, immutabile:
tra tutti coloro che amo il più discreto!!!
Il nostro non sarà mai un addio... sei qui vicino.... papà mio!!!

venerdì 2 novembre 2012

Lei non mi ha riconosciuto


Ho deciso di accompagnare Francesco oggi, il mio carissimo amico Francesco che da sempre chiamano “Ceccù”. 
E' nato a Genova nel ’49, in Corso Perrone e per 35 anni ha lavorato in Italsider, per la precisione all'altoforno, fino al 2002, l'anno in cui chiusero le cokerie a causa del loro impatto sulla salute. 
Quante volte mi ha raccontato il terrore per l’esplosione del 1991, del crogiolo Afo2 oppure della perdita di ghisa liquida a 1550° nel 2004 che creò un giusto panico nell'intero quartiere. 
Diceva sempre che in quegli anni chi lavorava in quel reparto doveva per forza essere robusto e senza tante storie per la testa. 
Mi descriveva i volti dei colleghi che erano alla linea di decapaggio di acido cloridrico e solforico: 30 anni, ma ne dimostravano 50 ed i loro volti erano scavati intorno ad occhi come palline da golf usate da troppo tempo. 
Diceva di sentire ancora il frastuono dei treni per la laminazione a freddo vicino alle linee di stagnatura e cromatura elettrolitica: una bolgia infernale di fumi e fuoco e odori nauseabondi e loro costretti a stare lì, come dannati senza colpe da scontare, se non quella di avere una famiglia a cui garantire un avvenire. 
Quando rientrava a casa dalla moglie, talvolta era così stanco che non non riusciva neppure a togliersi i vestiti sporchi, e si sedeva direttamente a tavola per pranzo o la cena. Si lavava solo le mani: quello era imprescindibile, doveva farlo, sempre! 
Dice che, spesso, fissando il buco del lavandino che inghiottiva l’acqua sudicia , si domandava se insieme a quella nera miscela, sarebbero scivolate via anche le ultime forze rimaste per aprire la bocca e masticare. 
Ho deciso di accompagnarlo oggi perché lui ha un sacco di amici, ma alcuni di loro, purtroppo, sono morti e così ho deciso di andare con lui a portare loro un fiore, su al cimitero di Coronata. 
Siamo lì e mi commuovo guardando le varie tombe: il Parodi morto di tumore al polmone, addetto alla cokeria; il Canepa, morto di leucemia, anche lui alla cokeria; Sciaccaluga Vittorio, “il gigante buono”, che invece di schiacciare l’uva, come l’origine del suo nome farebbe pensare, ha “pestato” per 30 anni i laminati con la pressa che ora sta arrugginendo davanti al Leroy Merlin.
E' proprio mentre facevamo quello che Ceccù definisce "il mio solito giro a salutare vecchi colleghi", dopo aver lasciato un crisantemo sulla tomba del caro Ferrando, anche lui scomparso per un brutto male, che vedo il suo viso "trasfigurare" accendersi di una luce mai vista prima.... mi guardo intorno provando a capire cosa stesse succedendo... lo prendo per mano, gliela stringo, lui si volta verso di me e, con lo sguardo mi indica una donna poco distante da noi!!!
E' bella, ben vestita, con lo sguardo fiero e limpido... sento che non è una persona qualsiasi, lo percepisco dal tremore della mano che sto stringendo e capisco!
Non può che essere che un suo vecchio amore, l'abbiamo incrociati lungo il vialetto che porta all'ossario comune. Si sono guardati, me ne sono accorta, così come mi sono accorta che hanno finto di non riconoscersi, ma io sono più che certa del fatto che il mio amico sta viaggiando nei ricordi!! 
Ormai eravamo vicinissimi e loro non si sono guardati, Francesco ha sfiorato il cappotto del marito: tutto ben coperto, con cappotto, sciarpa ed ombrello sul braccio. Aveva l'aspetto sano di un ricco imprenditore in pensione, uno di quelli che l'aria di Cornigliano, in quegli anni, doveva averla sempre respirata attraverso il filtro di un condizionatore sia d'estate che d'inverno.
Potevo immaginare la rabbia che stava montando in Ceccù, per questo strinsi la sua mano ancora più forte e, appena a distanza di sicurezza, gli chiesi cosa stesse provando.
La sua risposta mi lasciò interdetta, ma lo lasciai parlare: "E' un mio vecchio amore... ma tanto vecchio, e, come avrai notato, non mi ha riconosciuto. La memoria ha scaraventato nel mio naso un profumo di uva, pitosforo, glicine ed erba appena tagliata. Sai la mia mente ha attivato le immagini sbiadite di una merenda dietro un casolare su alla Guardia ed un bacio appassionato davanti ad un tramonto, che in quei periodi era ancora uno dei più bei film che si potessero vedere. 
Quella passione era durata qualche mese, anche se ci eravamo promessi che non sarebbe finita mai.
L’ho guardata e ho capito che, a ricordarmi di quell'amore, ero rimasto solo io ed ora, mentre stiamo uscendo dal cimitero, qualcosa mi dice che è andata bene così. Ma forse questo non è il posto giusto per simili cattivi pensieri e nemmeno il giorno.",
Ho lasciato la sua mano, l'ho preso per le spalle e l'ho fatto voltare verso di me!
"Ceccù, fingo di essere lei per qualche momento e ti dico cosa potrebbe aver provato: quando ti ho visto è stato come fare un tuffo nel passato, il cuore ha iniziato a battere più forte ed i ricordi si sono fatti intensi. Ho rivissuto, per un attimo, la mia giovinezza, ho rivisto due giovani pieni di speranze e con tanto amore da regalare al mondo, ho sentito un profumo forte di glicine, ho rivisto un casolare su alla Guardia, ho ripensato ad un bacio appassionato e alle promesse che ci siamo scambiati, poi ho visto mio marito, al mio fianco, e tu che nemmeno mi hai riconosciuta.... ho tirato dritto, lasciando che la rabbia smontasse da sola."
C'è sempre un'altra prospettiva, un altro punto di vista, un altro modo di affrontare la stessa situazione!!

(Un grazie sentito al mio amico Hal, per la gentile concessione, e tante scuse per la rivisitazione)



giovedì 1 novembre 2012

Come Mary Poppins

Un colpo di vento, un pizzico di magia ed ecco che l'ombrello prende il volo e la porta via!!

Una giornata di quelle che possono essere definite apocalittiche; piove dalle prime ore del mattino incessantemente e si è anche alzato un vento forte e fastidiosissimo... nonostante il cappello della giacca a vento alzato, si vede costretta ad aprire l'ombrello per ripararsi a dovere.
Quella folata l'ha colta impreparata per certi versi, ma per altri è stato lo spunto per staccarsi un po' dalla realtà quotidiana che è noiosa e particolarmente sgradevole in questo periodo!
Problemi in casa, la sorella che continua ad avere incidenti apparentemente casuali, ma che le stanno creando non pochi disagi... la laurea della figlia e la sua incapacità di farle sentire la sua presenza... 
siamo alle solite: non riesce ad essere se stessa in famiglia e non ne comprende la ragione...
E' un segno del destino? oppure soltanto un colpo di fortuna? sta di fatto che il vento si insinua nell'ombrello e la solleva da terra, in un istante si ritrova in viaggio oltre le nuvole, è quasi un sogno, finalmente ha la testa libera dalle preoccupazioni quotidiane riesce a rilassarsi, a guardare alla sua vita con un pizzico di ottimismo, quell'ottimismo che da un po' le manca: non è il fallimento che pensa di essere, ha sbagliato tanto, ma è stata anche capace di rialzarsi, di sollevare la testa ed urlare a tutti le proprie ragioni.... beh, forse non proprio a tutti, ma c'è tempo, si può porre rimedio...
Lassù è tutto incredibilmente bello... vede una nuvoletta bianca e spera di poter fermarsi lì, almeno qualche momento.
E' un viaggio magico, quindi il suo desiderio viene esaudito, il suo originale mezzo di trasporto cambia direzione: ecco... ci siamo... un morbidissimo atterraggio... si siede, chiude l'ombrello, lo poggia lì accanto a lei e si mette ad osservare quello che la circonda... c'è tanta pace... ma anche allegria: sente le risate di quel gruppetto di bambini che, sotto il diluvio, si rincorrono e sguazzano nelle pozzanghere: lo aveva fatto tante volte anche lei... e poi era come se fosse circondata e riscaldata da presenze discrete ed attente, si sentiva protetta, quasi coccolata... un soffio d'aria le toglie i capelli dalla fronte, un altro le sussurra "spera e, soprattutto, non arrenderti".... e poi tanto azzurro...!!!
Il sorriso che ha dipinto sulle labbra sarebbe da immortalare per sempre: solo in un'altra circostanza aveva sorriso così... 

Deve fare qualcosa... testimoniare, in qualche modo, la sua presenza il quel luogo ed in quel momento, far arrivare il suo messaggio... ma non sa come.... 
Un gabbiano, proprio in quel momento, le passa accanto, le strizza l'occhio e, chissà forse casualmente, perde una piuma...
Lei non si lascia scappare l'occasione e prontamente la raccoglie: sa bene che è l'ideale per scrivere e questo fa, immediatamente, intinge l'improvvisato pennello nella nuvola e scrive: EHI... LAGGIU'... PUOI NON CREDERMI, MA TI VOGLIO BENE!!!!

Non ha una borsa, solo tanta fantasia: un colpo di vento, un pizzico di magia ed ecco che l'ombrello prende il volo e la porta via!!