domenica 19 gennaio 2014

La magia non serve.... Firenze!!!!

Che meraviglia la Toscana. Abbiamo lasciato Castiglioncello e, lentamente, ci siamo messi in cammino verso la meta prefissata, fin dal principio, Firenze!!!
Come da mie istruzioni il Gigante ha deciso di non prendere l’autostrada bensì la superstrada che congiunge Firenze – Pisa e Livorno.
“Gian…. Senti, ma andare a Lucca??? Non ti piacerebbe???”
“Simoooooooo, bastaaaaaaaaaa, dobbiamo andare a Firenze, per Lucca c’è tempo!!!”
Si, si c’è tempo….. abbiamo ancora diversi giorni davanti a noi…. Non moltissimi, ma ancora sufficienti per vivere altre emozioni e per farlo insieme.
“Sei sempre il solito…. Mai una volta che mi accontentassi….. uffa….”
Sto sorridendo e mio fratello capisce che stavolta riusciremo ad arrivare a destinazione.
Ha deciso di guidare lui….. dice che sono troppo spericolata.
Non c’è traffico e la strada è comoda.
Il viaggio dura poco, considerando soprattutto il fatto gli ho fatto fare duemila soste, nemmeno 100 km…. duemila soste, ma io devo fotografare, poi c’è quel campo di fiori…. E che dire di quel paesino arroccato? E poi posso evitare una foto alla Torre di Pisa?
Firenze ci accoglie ed immediatamente mi rivolgo a mio fratello “Gian…. Possiamo mettere via bacchette magiche, polverina, ramo di pino….. qui la magia non va evocata, c’è, è presente in ogni vicolo, in ogni pietra ovunque….”
Firenze è una città molto particolare, la prima volta che la vidi mi venne spontaneo paragonarla ad una Bomboniera. Piccola (per me che vengo da Roma ovvio) e raccolta.
Una città che vive, pulsa, mai banale.
“Sorellina xe una meraviglia….. sul serio!!!!”
Sento che stavolta non ci saranno intoppi, sento che sarà la perfezione.
“Gigante ti va di venire a San Miniato? Ci facciamo una passeggiata, ci fermiamo a mangiare in mezzo al verde, poi, magari, scattiamo qualche foto, o da San Miniato stesso o da Piazzale Michelangelo.”
“Simo, stavolta quel disi va ben, ara son pronto!!”
Troppo remissivo? No, semplicemente sappiamo bene entrambi che da San Miniato potremo dominare la città…..
Siamo al Duomo ed indubbiamente la camminata sarà lunga.
Non ci spaventa di certo, nonostante il caldo, nonostante la stanchezza accumulata nei giorni trascorsi. Siamo talmente entusiasti di quello che ci circonda che neppure la fatica ci sfianca.
Procediamo a passo spedito ridendo tra di noi e giocando.
“Simo, sorellina, sta zità xe splendida…. Ara che sogno!!!”
“A bbello, ma che te sei già scordato de’ Roma mia??? Guarda che te pisto de’ botte….” Ma rido, sono d’accordo anche io. Firenze è bellissima!
“Simo, guarda, siamo arrivati a Piazzale Michelangelo…. Ci affacciamo un momento, scattiamo qualche foto???”
“Ecco fatto, ora mi vuoi anche rubare il mestiere….. tieni la macchinetta, che sei anche più bravo di me….”
Porgo la macchinetta al mio fratellone e mentre sta per scattare la foto gli salto al collo, ma di spalle, sbilanciandolo al punto di rischiare di farlo cadere….
“Scappa, strega, scappa….. mi hai fatto credere di essere d’accordo ed invece….”
Rido troppo per correre, lascio che mi prenda e proceda alla tortura, tanto so perfettamente che non mi farà male… infatti, la mia punizione consiste semplicemente in una “lavata di testa”, ma non nel senso che mi strilla, no no, mi prende letteralmente la testa e me la infila sotto la fontanella….
Il bagno inaspettato non mi fa smettere di ridere, anzi, mi dona nuovo vigore e quindi prendo mio fratello per mano ed inizio a correre, su, in salita, verso San Miniato….. si intravede il cancello di accesso, le scale da fare sono veramente tante, ho fame.
“Jollyyyyy, guarda che bella panchina!!! Hai i panini vero??? Ci sediamo lì all’ombra?? Poi entriamo, poi ci godiamo il panorama….. ora ho voglia di riposarmi un pochino”
Detto fatto, gli alberi ci garantiscono un po’ di fresco, ci rinfocilliamo per bene e continuiamo a chiacchierare.
Una giornata tranquilla come poche ne abbiamo vissute durante questo viaggio, non ci sono creature parlanti, non ci serve la magia, non abbiamo bisogno di nulla. Oggi veramente bastiamo a noi stessi.
Finito di pranzare Gian vorrebbe schiacciare un pisolino, ma io non sono d’accordo….
“Nooooo, c’è da visitare il Cimitero delle Porte Sante, voglio vedere la tomba di Collodi, ti rendi conto…. La tomba di Collodiiiii!!!!”
“Simo, mi spieghi perché urli??? Quando hai visto la tomba di Collodi che ti cambia????”
Eccoci, si ricomincia.
Dopo poco riesco a far alzare il gigante e ci dirigiamo verso il Cimitero.
Passa oltre un’ora, ma non riusciamo a rintracciare la tomba….
Gian vede la mia faccia avvilita e prova a consolarmi….. “Streghetta, cosa xe che cambia per te? L’ha scritto lo stesso Pinocchio…” “Si, ma io volevo ringraziarlo….”
Mio fratello sorride, mi tende la mano e “salta su, ti porto a cavacecio…. Si entra un poco nella Chiesa….”
Non mi sembra vero, stavolta la proposta di caricarmi sulle spalle è partita da lui….
Terminata la visita ci accingiamo a scendere, per tornare in città e riprendere il viaggio.
Mi volto verso Gian, anche lui mi guarda! Mi sorride facendo segno di si con la testa.
Prendo la macchinetta fotografica e scatto….. un altro momento indimenticabile è immortalato, un’altra prova tangibile che la nostra avventura è reale.

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