domenica 30 dicembre 2012

Ricordi dal passato

E' una fredda mattina invernale, dietro le persiane si intravede il frenetico andirivieni della città: persone che entrano nei negozi, ragazzi che salgono sull'autobus per andare a scuola, donne con pesanti buste della spesa ricolme di generi alimentari di ogni tipo.
Non ha voglia di uscire, l'aspetta la solita giornata in ufficio, il telefono che squilla, i conti da far quadrare, le lamentele dei clienti per le imposte da pagare: però non può farne a meno.

Prende il cappotto, buttato sulla poltrona come ogni giorno, e lo indossa, poi infila il cappello ed inizia a cercare i guanti!!!
Impresa titanica, la sua borsa è da sempre più un baule che una borsa, contiene di tutto: fazzoletti, pacchetti di sigarette, trucco, pubblicità trovate nella cassetta della posta e mai aperte, caramelle... insomma veramente di tutto.

Si sta facendo tardi, saluta frettolosamente ed esce, senza aver fatto colazione e senza guanti.
Al portone una raffica di gelida tramontana la investe: non ce la fa... non sopporta il vento e le mani si sono già congelate.
Ricomincia a rovistare nella borsa, sperando, di essere più fortunata!
Ad un tratto tocca qualcosa di estremamente morbido, troppo per trattarsi di guanti di lana, lo estrae e.....

E' un piccolo orsacchiotto, minuscolo e tenerissimo, il regalo di una vita fa...
Quasi come se quell'oggetto fosse dotato di vita propria sentì il cuore riempirsi di tenerezza ed il corpo riscaldarsi all'istante.
La strada, d'improvviso, si trasforma: non più auto parcheggiate alla meno peggio e nessuno strombazza non appena il semaforo diventa verde!!
C'è una figura laggiù, proprio all'angolo, ha in mano un gesso e sta tracciando dei segni a terra... incuriosita si avvicina... si china per guardare il viso di colui che ha di fronte, avrà si e no 17 anni, capelli folti e caldi occhi marroni.

"Non ci credo, ma sei proprio tu??? e non sei cambiato per niente... ma come è possibile che per te il tempo non sia passato??"
Lui non rispose... alzò lo sguardo e le sorrise porgendole un altro pezzetto di gesso... "aiutami... giochiamo insieme".

Non si scompose più di tanto, si chinò e cominciò anche lei a tracciare righe e numeri.
Finito il lavoro si voltò verso di lui e, prendendolo per mano, gli regalò il suo sorriso più bello, quindi iniziarono a giocare a campana!
Dopo un bel po', stanchi ma rilassati e divertiti, si sedettero sul sellino di due biciclette appoggiate sul tronco di un albero, proprio lì accanto.
Lei si guardò nello specchietto e si accorse di non essere lei... o meglio di essere lei, ma lei di tanti anni fa... una sedicenne dalla faccia furbetta, con i riccioli biondi che le incorniciavano il viso e la felicità che le si leggeva distintamente negli occhi verdi e spalancati al mondo.
Per niente sorpresa si accostò al vecchio amico, il suo primo amore, e gli sussurrò: "so che sei solo frutto della mia fantasia, che tra poco svanirai, che tutto questo sarà solo un ricordo, ma volevo dirti che sono felice di averti rivisto; volevo chiederti perdono per come sono sparita, volevo dirti che sono felice di averti incrociato nella mia vita... ah, un'ultima cosa, l'orsetto che mi hai regalato ce l'ho ancora, lo custodisco come un dono prezioso, il più prezioso che io abbia mai ricevuto!!"





lunedì 24 dicembre 2012

Cronache allo stadio: rissa sfiorata!!!!

Già, a volte succede, ci si ritrova in mezzo ad un mare di guai per un eccesso di foga, o per una sproporzionata voglia di non farsi mettere i piedi in testa, o magari per non vedere lesi i propri diritti...

Stagione calcistica 2012 - 2013, Stadio Olimpico di Roma, 22 dicembre 2012, Roma - Milan.

Sei tifosi (cinque abbonati ed un "occasionale") sono appena arrivati allo stadio e velocemente vanno a sedersi ai posti loro assegnati.
Ecco: i loro posti!!! Già da un po' di settimane hanno la sfortuna di avere alle spalle dei ragazzi come dire.... un po' "caciaroni" e non troppo educati!!
Quando la Roma segna diventano proprio pericolosi, perché esultano in maniera a dir poco scomposta: gettandosi uno contro l'altro, senza preoccuparsi affatto che rischiano di coinvolgere nella loro follia chi li circonda.

Ovviamente i cinque amici non stanno pensandoci e guardano tranquillamente la partita, tra l'altro una gran bella partita, intonando cori e divertendosi come è giusto che sia!
E' il dodicesimo del primo tempo Totti batte un calcio d'angolo perfetto che Burdisso trasforma in gol: un colpo di testa imparabile!!
L'esultanza di tutti è tanta, ma sempre condizionata al fatto di non coinvolgere gli altri, procurandogli danni. Già, del resto è noto e dovrebbe sempre essere così perché la propria libertà finisce dove inizia la libertà dell'altro.
E' per questo che è triste vedere rischiare di cadere la gente per l'urto di chi aveva seduto dietro!
La più grande del gruppo dei cinque si volta e lancia uno sguardo che incenerirebbe chiunque, ma che su quella combriccola non sortisce alcun effetto!!!!
Non passano neppure dieci minuti quando, dopo una classica azione Zemaniana, in tre passaggi la palla arriva sul piede fatato del Bimbo d'Oro che, senza pensarci un secondo, la mette sulla testa di Osvaldo il quale fa un piccolo saltino e la mette in fondo alla rete!! Due a zero al ventiduesimo... altra esultanza e si ripetono gli spiacevoli spintoni....
Si prova ancora a sopportare in silenzio!!!!
Tre minuti dopo una palla rubata ai margini dell'area finisce sui piedi di De Rossi il quale, dopo aver fintato il tiro, la fornisce sul piede fatato di Lamela che sigla il tre a zero!!!
Non è la cronaca della partita, anche se potrebbe diventarlo: è per raccontare quello che è successo dopo che sto raccontando!!!!
Stavolta ad essere coinvolto nei festeggiamenti smodati è il ragazzo della piccolina della combriccola. Si salva dal cadere solo perché la stessa è riuscita a frenare l'irruenza eccessiva. 

A quel punto però colei che si era voltata prima ha completamente perso la pazienza e si gira: piuttosto alterata direi!!!
"Ohhhhhhh..... la famo finita???? se deve fa' male qualcuno ogni vorta che la Roma segna??? tanto pe' capì.... mica vojo esse polemica pe' forza!!!"
Non ha neppure finito di parlare che viene spintonata... proprio così, quello dietro di lei le ha messo le mani addosso, afferrata per le spalle ed allontanata con forza!!!

E' stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: controllo perso.... vedeva rosso, ha iniziato ad urlargli contro, non rendendosi conto di quello che stava rischiando. 
Non era il solo ad avercela con lei in quel momento: e continuava a spingerla... e lei lo sfidava.... fissandolo senza abbassare lo sguardo neppure un istante!!!! A nulla servivano le parole della sorella che provava a calmarla.... e l'insofferenza di un'altra del gruppo non faceva altro che accentuare la sua rabbia. Lui continuava ad urlarle addosso: avevano i nasi che si sfioravano e lei  insisteva a guardarlo fisso in faccia: "daje, vedemo che sai fa.... famme vedè quanto sei forte!!!"
Poi, nella confusione totale dello stadio che ancora esultava per il gol, ha sentito la voce della figlia... anche lei stava urlando contro di loro... e lì si è istantaneamente calmata.
Non poteva permettere che venisse coinvolta in quel caos.
Si è rigirata e seduta, apparentemente calma, in realtà sconvolta.
Continuava a sentirli: la stavano insultando, ma riusciva a rimanere impassibile!!! I vicini le facevano di tanto in tanto cenno per cercare di capire se andasse tutto bene e lei annuiva con gli occhi, perché non aveva neppure la forza per muovere un muscolo.

Fine del primo tempo. 
Si guardano: lei e la sorella ritengono opportuno provare a rimettere a posto le cose... il campionato è ancora lungo... non possono andare avanti così... 
Dietro di loro sono rimasti solo in due, si voltano ed iniziano a parlare.... cercando di mantenere la calma. Riescono a chiarirsi... con la promessa di mantenere tutti la calma!!!Sembra sia servito perché al quarto gol l'esultanza si ripete, come è giusto che sia, ma nessuno viene coinvolto e tantomeno travolto!!!
Tutto questo, però, ha comportato per la protagonista in negativo della giornata un senso di malessere incredibile.
La paura è subentrata dopo, quando avrebbe potuto essere troppo tardi e l'ha lasciata senza forse...
Sulla strada che le riportava a casa ha guardato i suoi compagni di avventura ed ha detto loro: "la prossima volta, se mai ce sarà 'na prossima volta, dateme 'na botta 'ntesta... ho rischiato, tanto, ed ho messo in pericolo anche voi!!!! Non deve succede più... me so' messa al livello loro ed io non so' così!!!"

Piccola annotazione... lo stadio tira fuori la parte peggiore di ognuno di noi... io mi sono resa conto, in quella circostanza, di aver tirato fuori tutte le frustrazioni che vivo quotidianamente, ma l'ho fatto nel momento sbagliato e con le persone sbagliate, mettendo a repentaglio la mia incolumità e quella di chi mi era accanto!!!


domenica 16 dicembre 2012

Pensavo

Pensavo a pianeti lontani,
separati da costellazioni,
a continenti separati dal mare!!

Pensavo al calore del sole,
che non conosce distanze,
al furore del mare che niente placa!!

Pensavo a due amici,
lontani come quei pianeti,
che la volontà può far ritrovare!!!

CoccolArti... coccolandoci!!!

Fa freddo, esco frettolosamente dall'ufficio perché sono in ritardo e corro verso casa di Manuela, dove trovo ad attendermi anche Sandra.
Saliamo in macchina, sistemiamo le "cibarie" che serviranno per la cena e ci apprestiamo ad affrontare il traffico che come prevedibile è molto!!

Siamo stanche, nervose e con tanta voglia di rilassarci: se non fosse che sappiamo cosa ci aspetta... probabilmente saremmo già a casa,  tutte e tre sotto le coperte!!!
Arriviamo in perfetto orario, ma Sandra ha deciso di dover inviare una mail proprio in quel momento, io e Manu scendiamo dalla macchina e ne approfittiamo per fumarci una sigaretta mentre aspettiamo; passano i minuti e ci vediamo costrette a metterle fretta... scende borbottando e citofoniamo.

Il pianerottolo multicolore ci trasmette subito una bella energia e Paola ci tranquillizza subito quando cerchiamo di giustificare il ritardo: "ma state serene, siete le seconde...". Già, c'è solo Mario, che, come al solito, ci accoglie con un caloroso abbraccio.
Ci andiamo a togliere le scarpe e troviamo nel cesto degli splendidi calzini antiscivolo con Babbo Natale.
Li indossiamo in un attimo e torniamo nel salone che, per l'occasione, ci appare in tutto il suo splendore: non c'è bisogno di coprire i tappeti questa volta, non dipingeremo...!!!
Arrivano alla spicciolata anche le altre: Sabrina, Stefania... la new entry, almeno per me, Tiziana, che rivela subito di essere una persona fantastica con la quale mi piacerebbe davvero molto poter condividere ancora del tempo.

Siccome Loredana ha avvisato di essere bloccata nel traffico decidiamo di posticipare l'inizio del laboratorio e, nel frattempo, di tacitare lo stomaco che inizia a borbottare con qualche stuzzichino.
Appena arriva Lory, ci mettiamo tutti sul divano: siamo infreddoliti e Paola ci fornisce le coperte con le quali prontamente ci "bardiamo": ma che bella "combriccola" di pensionati!!!!
E' il momento della "presentazione" e per farlo ci tiriamo un orsetto al quale dobbiamo dare un nome e raccontare come siamo arrivate a quell'appuntamento!!
Ascoltando chi mi era accanto ho pensato che stiamo attraversando tutti un momento davvero difficile, ma, soprattutto, mi rendo conto di quanto poco riusciamo a goderci la vita.
E' un susseguirsi di "lamentele": "sono stanca, stressata, sono stata catapultata qui e mi sembra di essere un marziano"!!!! L'unica che ci regala un po' di serenità è Stefania, che ha avuto la possibilità proprio oggi di farsi una passeggiata per il centro di Roma!!

Quando Paola ci mette davanti il cesto pieno di palle di Natale col nostro nome scritto sopra, ci si illuminano gli occhi, ma.... eggià c'è un ma.... per avere la nostra, insieme al regalo che ci ha preparato, siamo "obbligati" a raccontare un ricordo di un nostro passato Natale, ma deve essere assolutamente positivo, niente di triste o malinconico... come dire... "quello è stato davvero uno splendido Natale"!!!
Il gelo è calato nella stanza.... acciderbolina, ma possibile che nessuno abbia un bel ricordo???? Paola ci guarda... e poi dice.... "vabbè... potete prendere la vostra palla anche senza dire nulla"... è stata la frase giusta da dire nel momento giusto.... perché ci siamo sbloccati e, piano piano, ciascuno ha iniziato a raccontare il proprio.... per qualcuno era il primo passato con il figlio, per qualcun altro, invece, quando il nonno l'ha portata sul pony (e pensare che la mamma l'aveva fatta andare via da casa durante i preparativi per punirla)... una terza persona si è rivista nel paesino abruzzese dove normalmente andava solo in estate e ricorda la sorpresa gradevolissima di trovarlo completamente diverso, immerso nella tradizione, perché nei borghi il Natale si vive in piazza, non solo nelle case!!! Ricordava il profumo della carne arrosto... e raccontandolo l'ha fatto sentire anche a me.
Ad un certo punto però ecco cosa succede: "beh, questo è il primo ricordo che mi è venuto in mente quando ce lo hai chiesto e non mi viene in mente altro, per cui questo racconto, tra l'altro credo coincida con il mio primo ricordo in assoluto. Piccolissima, forse 3 o 4 anni, mi chiedono di spegnere le luci dell'albero, mi infilo sotto il tavolo (o dietro il mobile, perdonate, ma non lo ricordo proprio) e mi accingo a farlo, ma prendo la scossa!!!"
Cosa abbia raccontato dopo, onestamente, non saprei dirlo, perché appena finito di dire queste parole siamo scoppiati a ridere... tutti, indistintamente, ma qualcuno è addirittura rotolato a terra per le risate.... io avevo le lacrime agli occhi e di certo non ero la sola!!!
Tutto questo preambolo per spiegare che ai laboratori di Paola si riesce a rendere lieve qualsiasi cosa... e la successiva fantasia guidata ha fatto il resto!!!
Elfi e folletti ci toglievano i pensieri dalla testa come fossero pietre... e li portavano lontano... siamo salite sulla slitta che in un momento ci ha portato alle Canarie... a Parigi... creando in qualcuno un po' di disagio, ma forse facendo anche in modo di rendere un po' più chiare le cose... e poi Babbo Natale, che per ognuno aveva un volto diverso, sulle cui ginocchia ci siamo seduti e che a ciascuno ha sussurrato una parola diversa... o magari ha passato un oggetto, quell'oggetto o quella parola che dovrà servirci nei momenti di difficoltà per farcela affrontare più facilmente!!
L'albero poi.... con i rami che ci consentivano di arrivare fino alla cima dove splendeva una stella... già... quella stella brilla sempre, a volte forse un po' meno, ma lo fa sempre!!!
Peccato tornare sulla slitta e riprendere contatto con la realtà, peccato davvero, ma è anche chiaro, dopo diversi laboratori a cui partecipo, che tornare a quel tipo di realtà non fa male, anzi, aiuta a lasciarsi andare sempre di più, a non controllare le emozioni, a liberarsi di timori e pregiudizi, a sentirsi capiti ed accettati per come siamo!!!

Prendo proprio il mio esempio: ho sempre pensato di essere "impedita" che per me disegnare fosse impossibile e fare dei collage ancora di più, ma lì riesco a mettermi in gioco e lo faccio con assoluta leggerezza.
Stavolta, invece di sporcarmi con i colori, l'ho fatto con la colla (toglierla dai capelli è stata un'impresa inumana!!!), e sono riuscita a tirar fuori qualcosa che  per me è un vero capolavoro, non perché lo sia, ma perché mai e poi mai avrei pensato di poterci riuscire!!!
Quattro strisce di carta colorata, due pezzetti di cartone flessibile, un po' di retino, qualche cuoricino legato in catenella ed il gioco è fatto... il mio albero di Natale è pronto.

A fine lavoro Paola ci ha domandato di dare a ciascun ramo dell'albero il nome di quello che è un nostro pregio e, ripensandoci ora che scrivo, nessuno lo ha fatto, chissà perchè... io lo faccio ora, tanto sono solo tre i miei rami: sensibilità, sincerità ed ingenuità.
Credo siano le tre caratteristiche che maggiormente mi raccontino, nel bene e nel male!!!
Il resto è la cena... le risate... le "coccole" che abbiamo continuato a farci... con quella preziosissima che ci ha regalato Stefania!!!
Ma il succo di tutta la serata è che avremo un ricordo del Natale elettrizzante.
Avremo per sempre il ricordo di nove persone strette tra loro a trasmettersi calore, avremo per sempre la certezza di cuori pronti ad ascoltare e menti disponibili a non giudicare!!!
Sarà un Natale speciale, indipendentemente da come andrà in giorno di Natale, perché nella mia vita sono entrate persone straordinarie con le quali posso condividere tutto: lacrime, sorrisi, pensieri, paure ed anche la mia follia!!
Ed allora ben vengano questi laboratori!!! A Paola dico di continuare su questa strada di farci parlare, raccontare, anche a scapito di un momento in più per l'espressività... perché, e di questo sono convinta, se non si parla non si cresce e si muore ogni giorno un poco!!!

A tutti, ma a tutti tutti, auguro buone feste e vi stringo tutti in un abbraccio fortissimo, sarete sempre nel mio cuore!!!

lunedì 10 dicembre 2012

Storie di ordinaria follia

E' arrivato l'inverno, fa freddo ed il cielo è coperto: non preannuncia nulla di buono.

Giunta in ufficio mi metto subito al lavoro: ho un mucchio di pratiche da definire e non voglio che si accumulino e vengano con me tra un paio di settimane.
Il sorriso che aleggia sul mio viso suscita l’ilarità di buona parte dello studi: “a Simò…… i piedi ben saldi a terra cocca…… non puoi mica sempre volare!!” è il commento più normale che mi viene rivolto.
La mia amica continua a ripetermi che ho gli occhi che brillano… e se lo dice lei ci credo… non adula, anzi è sempre durissima con tutti e con me in particolare.
Sono sommersa dalle carte quando mi portano un mastrino da spuntare…… mi metto subito all’opera… cercando di concentrarmi che in questo momento particolare mi riesce praticamente impossibile.
Terminato anche questo lavoro, torno all'occupazione principale, quando mi accorgo che è praticamente ora di andare a casa.
Tra l’altro ho un appuntamento telefonico oltre a quello col parrucchiere…. Inizio a prepararmi in fretta e furia, esco ed apro l’ombrello perché piove…… cerco il cellulare nella borsa di Mary Poppins e, non trovandolo, penso sia il caso di guardare in tasca al piumone……… ovvio era proprio lì, che senso aveva metterlo in borsa se avrei dovuto usarlo dopo pochi minuti???
Ma di ovvio in me c’è veramente poco…….
Torniamo alla narrazione dei fatti…… piove… in una mano l’ombrello, nell'altra il cellulare… non basta…. Ho deciso di accendermi una sigaretta……(Ssssshhhhhh per i non fumatori… lo so… fa male, ma sto cercando di diminuire…) dire che sono “impicciata” è poco.
Compongo il numero (e meno male che era l’ultimo che avevo fatto……) ed attendo la risposta……. Si comincia a ridere, a scherzare…… giochiamo e ci raccontiamo le ultime cose successe…….
Intanto, però, la situazione, per quanto mi riguarda, sta degenerando…… con una mano tengo sigaretta e cellulare…… nell'altra ombrello e borsa (che è a tracolla, ma che non vuole saperne di star su……) ho il mio solito cappello in testa ed è proprio questo a crearmi problemi…… eh sì, perché inizia a scendermi sugli occhi…… e non so come farlo tornare al suo posto…….
Mi trovo decisamente in una condizione alquanto scomoda…… praticamente non ci vedo più… ed oltretutto il cappello di lana mi inizia a solleticare il naso.
Chiedo al mio interlocutore di aspettare un attimo e provo a sistemarmi…. Tiro su il cappello e mi rendo conto di essere ad un centimetro da un palo della luce…….
Non sarebbe la prima volta che mi capita…… ma mi sono salvata…
Già, non è la prima volta…. “Intruppare” è quello che mi riesce meglio…… “intruppo” agli stipiti delle porte, “intruppo” alle colonne dentro casa, le curve le prendo sempre troppo strette quando camino……. Praticamente sono un livido ambulante……. 
Come dimenticare la volta che mi si infilò il tacco nel centro di Via dei Fori Imperiali???
Per chi non è pratico di Roma, la strada che congiunge il Colosseo all'Altare della Patria, bella lastricata..... tutta san pietrini.... fitti fitti.... stretti stretti ... Traffico??? Nooooo, per carità.... caos..... ed io lì.... al centro della strada.... che faccio???? Ovvio mi sfilo la scarpa..... ed attraverso con una soltanto.... aspettando che il semaforo diventi rosso per recuperare l'altra.... Oppure quando mi si è staccato di netto il tacco dello stivale.... Oppure quando, mamma prudente, mentre tornavamo alla macchina, invito mia figlia a fare attenzione perchè c'era un gradino.... peccato che io abbia dimenticato di avvertire anche me stessa....

Perché succede??? Bella domanda… ma trovare la risposta mi risulta impossibile.
Sono distratta, perennemente con la testa tra le nuvole……. Il naso è regolarmente rivolto verso l’alto ed è facile, quindi, prendere storte visto che Roma, tra “sampietrini” e di disconnessioni varie è tutta un buco…….
Povera me…… sempre acciaccata…… sempre dolorante…… sempre causa di risate altrui.
Eh si, perché io già lo so che anche ora, semplicemente leggendomi, qualcuno sta ridendo di me, ma secondo voi realmente la cosa mi ferisce??? Allora non avete capito proprio niente…… essere causa o, per meglio dire, il mezzo attraverso cui la gente si diverte, mi fa felice……. Di brutture ce ne sono tante e tante ne ho vissute anche io personalmente, per questo dico, ridete di me, ma, soprattutto, ridete con me…….

mercoledì 5 dicembre 2012

Di notte

E' notte fonda, mi sveglio di soprassalto: è strano, come se qualcosa di imprevisto ed imprevedibile abbia interrotto il mio sonno.
Chi lo sa: un sogno poco gradevole? un dolore causato da una posizione sbagliata? qualsiasi sia stata la causa sta di fatto che, alle 3.00, mi rigiro nel letto senza sapere bene cosa fare.
Mi alzo e vado in cucina: forse una tazza di latte caldo può servire a rilassarmi e quindi contribuire a farmi riprendere sonno.
Silenziosamente, per non svegliare nessuno, prima di accendere la luce chiudo la porta: vedo il pacchetto di sigarette sul tavolo e me ne accendo una.
Il bricco è già sul gas, prendo il barattolo della cioccolata e ce ne metto due cucchiai colmi: giro lentamente.
Il fumo che sale dalla sigaretta si compone in spirali, le seguo con gli occhi e lascio i pensieri vagare liberamente.

Come è strana la vita, dopo anni spesi a punirmi di qualcosa di cui non sono mai stata responsabile, ho rischiato di ricominciare, ma l'esperienza conta qualcosa, almeno per me e, fortunatamente, mi sono fermata in tempo.
Già, stavolta non sono stata così presuntuosa da voler fare tutto da sola o, forse, stavolta ho capito di non aver colpe da dover scontare.
La strada intrapresa è quella giusta, ne sono sicura.
Sento che giorno dopo giorno le cose vanno meglio e riacquisto voglia di fare e amore verso me stessa.
Si allontanano i cattivi pensieri, i ricordi dolorosi, le persone che mi hanno ferito, quelle che non hanno capito e coloro che ho perso... il centro, ora, sono io!
Non serbo rancore, è un sentimento che non mi appartiene, lascio sempre uno spiraglio aperto per chi vuole rientrare: non serve bussare, basta entrare con discrezione e, soprattutto, con sincerità.

La sigaretta è finita e con essa hanno smesso di formarsi le spirali, i pensieri tornano al loro posto.
Spengo il gas, prendo una tazza e ci verso la cioccolata bollente!!
Mi siedo al tavolo ed inizio a sorseggiarla, il calore che sprigiona mi regala una sensazione gradevolissima: dolcezza!!
Il profumo di quella cioccolata bollente ha riempito la cucina ed è inebriante: esattamente come la vita che intendo vivere da ora in poi!!!


lunedì 3 dicembre 2012

L'albero riFiorito

Ormai questi incontri periodici sono diventati, più che una piacevole consuetudine, un bisogno inalienabile.
Vengo da una settimana devastante: può sembrare assurdo, ma convivere con le emozioni legate alla laurea di mia figlia mi ha completamente messa a tappeto.
La felicità infinita, unita alla paura di non riuscire a farla comprendere, mi hanno svuotata.
Inoltre io, da sempre abituata a non manifestare nulla di fronte alla mia famiglia, mi sono ritrovata più volte a piangere davanti a loro come una bambina.
La festa di venerdì sera è stata la ciliegina sulla torta: non è più una bambina, lo so da tanto, ma ora l'ho toccato con mano.
Sabato mattina, quando sono uscita per i soliti giri, con tre ore di sonno addosso ho pensato di non riuscire ad onorare il mio impegno: ho temuto di non farcela fisicamente ad andare da Paola, ma mi sono detta che privarmi di una valvola di sfogo ed, al tempo stesso, di un supporto emotivo tanto importante sarebbe stato veramente stupido da parte mia. Ho mandato giù velocemente un panino e mi sono preparata per uscire.
Il tema del giorno non era proprio di quelli che mi potevano far rilassare: Klimt e la sensualità, ma, come al solito, la nostra ospite è in grado di trasmetterci calma, serenità e tanto tanto senso di libertà.
Il gruppo, il solito, è accogliente, caldo, rassicurante.
Inizio a parlare subito e spiego come arrivo a quell'incontro: tesa e bisognosa di rilassarmi.
Non lo so', è stato diverso dal solito, anche la "cerimonia" delle chiavi mi ha spiazzata: io dovevo scrivere la mia frase, non pescarla, ma scrivermela, la prima che mi veniva in mente e, stranamente, quello che mi è balenato in testa poco c'entrava con l'argomento trattato: "la normalità ha veramente poco di normale"!!
Poi il nostro "viaggio" guidato: ho realmente sentito il calore della pietra sul mio corpo, quello zaffiro enorme, che mi sfiorava la fronte e trasmetteva, col suo azzurro intenso, un senso incredibile di pace... la testa che si svuota, i pensieri che si trasformano in foglie e volano intorno, il loro fruscio e la bellissima pioggia di polvere dorata in cui si trasformano... illuminante.

E' stato difficile tornare alla realtà, talmente tanto che ho continuato, in qualche modo, a rimanere in quel mondo tanto speciale e magico. 
Ho preso il mio solito mezzo foglio bianco, il piattino di plastica e scelto il colore di base, pronta, come al solito, a sporcarmi.
Che strano, ho scelto il verde, ho abbandonato il mio amato azzurro e mi sono proiettata verso un nuovo universo da esplorare. C'è di più... ho iniziato a miscelare il colore con la spuma da barba con dolcezza, senza la mia solita irruenza: avevo bisogno di "sporcarmi", ma di farlo con calma, assaporando il piacere del colore che penetra nella pelle, forse, in qualche modo, la sensualità di Klimt ha fatto effetto....
Terminato di riempire il foglio sfumando con l'aggiunta di spuma o colore per raggiungere l'effetto desiderato, ho capito che non mi bastava, non più: qualcosa stava succedendo, sentivo che era arrivato il momento di fare un passo in avanti, se ho pianto davanti a mia figlia, posso permettermi anche di "disegnare" qualcosa, oltre che impiastricciare il foglio.
Ho esitato tanto, ma alla fine ho impresso tra il verde un albero: spoglio e triste.
Mario, seduto accanto a me, stava facendo uno dei suoi soliti capolavori e ho preso spunto da lui (gli ho anche rubato i colori, ma so che mi perdonerà!!). 
Ho messo una serie di puntini colorati su quei rami, rallegrando immediatamente l'albero.
Poi, avendo ancora in mente la pioggia dorata, ho messo in un angolo una macchia d'oro... e ho "piantato" l'albero nello stesso colore.
Non mi bastava, ancora non ero riuscita a manifestare quello che stavo provando, qualcosa era ancora solo nella mia testa, il disegno era ancora troppo cupo ed io non mi sentivo "cupa" anzi, al contrario, ero piena di colori, di allegria e soprattutto di voglia di condividere queste sensazioni: il cerchio in cui ci eravamo inconsapevolmente stretti mi stava trasmettendo calore, ero tranquilla, libera, nella possibilità concreta di fare qualsiasi cosa; per questo imperterrita, ho messo le dita su quei puntini di colore e, tornando a pasticciare come tanto mi piace fare, ho permesso al mio albero di fiorire.
Neppure per un momento ho sentito la necessità di scrivere (cosa che normalmente mi capita) ho trovato un'altra valvola di sfogo altrettanto valida per le mie emozioni.
Quando, a fine laboratorio, abbiamo iniziato a parlare e Paola mi ha chiesto il titolo del mio disegno l'ho detto d'istinto: l'albero fiorito, ma mi sono subito corretta, non era fiorito, ma riFiorito, ecco, proprio questo vorrei poter fare della mia vita, forse questo sto realizzando: sto consentendo a me stessa di riFiorire.
E' meno difficile di quello che pensavo, se si è tra le persone giuste, nell'ambiente adatto e si ha la volontà di farlo... ci si può riuscire!!