sabato 10 novembre 2012

La gatta sul tetto che scotta

Quando la mia amica mi ha domandato la cortesia di pensare alla sua gatta mentre lei era in vacanza, non ci ho pensato un attimo: le ho dato immediatamente la mia disponibilità!
La sera prima della partenza decidiamo di mangiarci una pizza a casa sua, affinché io possa rendermi conto di ciò che c'è da fare, dove trovare tutto il necessario e, soprattutto per farci due chiacchiere in santa pace.
Aprire una scatoletta, cambiare l'acqua e tenere pulita la lettiera non sono incombenze particolarmente complicate. Ascolto la mia amica quando mi suggerisce di tenere sempre a portata di mano dei "bastoncini" di fegato, che sono delle vere e proprie leccornie per la nostra gattina e, terminata la spiegazione dei miei "doveri" ci possiamo dedicare tranquillamente alla parte più interessante della serata: le confidenze e gli spettegolezzi!!
Sedute in balcone ci godiamo un po' di fresco ed il panorama dei Castelli Romani in lontananza... Micia è tranquilla sotto il tavolo della cucina e ci osserva con aria sorniona.
Si sta facendo tardi e ci salutiamo, Manuela mi dà le chiavi del suo appartamento e mi accompagna per un tratto di strada.
La giornata successiva è come tutte le altre salvo che, dopo il lavoro, andrò a prendermi cura di un animaletto!
Apro il portone e salgo fino all'ottavo piano, non appena giunta sul pianerottolo sento distintamente il miagolio dietro la porta e subito mi ricordo le raccomandazioni che ho ricevuto: "Simo, per evitare che Micia esca mentre apri la porta metti il piede nella fessura che si apre, vedrai che Micia si tira indietro!!". Eseguo alla lettera, ma non ottengo il risultato sperato, anzi, la gatta inizia a graffiarmi i piedi, decido allora di utilizzare la borsa, che mi offre maggior copertura e finalmente riesco ad entrare. "Stai buona Micia, mamma torna presto, io, nel frattempo, penserò a te: vedrai che ci divertiremo" ebbene si, sto parlando con un gatto e mi piace da morire.
Le apro la scatoletta e nel frattempo le tendo uno dei suoi "bastoncini", cambio l'acqua, le faccio un po' di coccole e scatto qualche foto da mandare alla "mamma"!!
Dopo una mezz'oretta mi preparo per tornare a casa.
Strada facendo chiamo Manuela e l'avviso che è tutto a posto.
Così per sette giorni... a volte la mattina, altre il pomeriggio, col rapporto con Micia che diventa sempre più facile: ora mi aspetta e non mi graffia più, non solo, non serve di certo la borsa per entrare, anzi addirittura neppure il piede, il problema, piuttosto, è diventato uscire... la mia amica si stende davanti alla porta e mi impedisce di lasciare l'appartamento... è evidente che le fa piacere la mia compagnia o, forse, non ha voglia di stare sola!!!
Ma torniamo a quello che è successo il settimo giorno... nella giornata precedente aveva piovuto molto forte ed io avevo abbassato le tapparelle un po' più del solito per impedire che si allagasse tutto: credo che Micia abbia interpretato male questo mio gesto e...
Quando sono arrivata al piano non ho sentito il solito miagolio dietro la porta, ma non ci ho fatto caso più di tanto, ho pensato che Micia fosse in balcone a rinfrescarsi. Ho aperto e sono entrata chiamandola "Micia... sono arrivata... dove sei??? vieni che ti faccio un po' di coccole!!" niente... non si faceva vedere.
Sto parlando di una casa piuttosto piccola, ma della gatta non ho trovato traccia.
La ciotola dove mettevo il suo cibo era vuota ed anche l'acqua era finita, questo mi ha reso immediatamente chiaro che era stata lì ... inoltre c'erano croccantini sparsi ovunque.... ma dov'era finita??
L'ho chiamata per venti minuti senza ottenere alcun tipo di risposta, ho perfino fatto ricorso ai bastoncini, ma non c'è stato verso... era proprio sparita!!
Non sapevo cosa fare e dove cercarla, non volevo mettere in ansia Manuela, ma avevo bisogno di dirle quello che stava succedendo anche per avere qualche consiglio su dove cercarla e, alla fine, le ho telefonato.
Invano ho seguito le sue indicazioni non sono riuscita nell'intento di scovarla.
Sempre al telefono con la mia amica che sentivo preoccuparsi quanto e più di me, esco sul balcone e, in quello dei vicini, dietro l'angolo, vedo una coda... chiamo, ma niente, quella coda si muove, ma Lei rimane lì, dandomi le spalle, quasi si stesse nascondendo.
Tranquillizzo la mia amica e torno a casa... sto come una pazza... perché ha fatto così?
Quando il giorno seguente torno la situazione è la stessa, di Micia non c'è traccia e di nuovo terminato il mangiare e l'acqua... il bastoncino che avevo lasciato vicino la finestra era sparito... segnali inequivocabili che la "simpatica bestiolina" era stata lì, ma che non voleva vedermi.
Ho anche sentito miagolare, dal soppalco, ma non ho potuto arrampicarmi comunque, un po' più tranquilla, sono andata via!!
Ero nervosa e mi sentivo in colpa perché il giorno dopo sarebbe rientrata Manu e non avrebbe trovato la sua Micia, non ero stata una buona "vice mamma".
E' stata una notte lunghissima, sonno agitato e brutti sogni: una delle poche volte che ho vissuto il risveglio come una liberazione.
Ricordo bene che era un sabato mattina, mi sono vestita velocemente e mi sono avviata: arrivata al pianerottolo avevo quasi paura ad aprire la porta, ma.... un miagolio mi ha sollevato il cuore!
Ho infilato la chiave nella toppa ed ho messo il piede nella fessura, ma Micia non voleva uscire, voleva solo coccole che ha puntualmente ricevuto insieme ad una marea di improperi "Cattiva... ma dove sei stata? lo sai che ci hai fatte preoccupare?" e lei? lei faceva le fusa, mi si strusciava sulle gambe, si rotolava sul pavimento, voleva giocare.
Io? io ho giocato con lei, l'ho riempita di carezze e l'ho abbracciata!!!

2 commenti:

  1. Ma che bello questo racconto! Benchè io non ami i gatti ( li odio) la lettura di questa avventura mi ha fatto sorridere. L'amica che lascia l'incombenza della gatta da accudire, la gatta che riceve l'incombenza di essere accudita dalla nostra Symo che sprizza energia da tutti i pori. E poi: ma che commovente il momento delle due amiche sedute sul balcone con la visione dei Castelli Romani ( che a me evoca solamente una nota marca di vino bianco di quella zona)che scrutano l'orizzonte, leggermente inebriate da un (immagino)bicchiere di,appunto, Castelli Romani. L'apoteosi si raggiunge quando la Symo,entrando in casa dell'amica, non trova più il felino. Quindi una serie di telefonate all'amica ( che inizia a preoccuparsi e a pensare: "...oddio...ma a chi ho lasciato la mia cicci pucci?")per capire...per sapere dove cercare. Poi, la triste realtà: Micia ( è il nome della testa di gatto) è sul balcone del vicino, quello cattivo, quello che al derby di Lazio-Roma mandò all'ospedale, a forza di sprangate, ben 12 tifosi della Caput Mundi. Symo la chiama,mi sembra di vederla: "...Micia , ti prego, vieni da mamma...ti prego...vieni qui e ti dò un filetto di salmone al vapore...!" Ma la bestia pelosa, niente! Non ne vuole sapere. Le gira la schiena. La offende. La insulta con la sua indifferenza. Ma Symo si tranquillizza. Ora è certa che il quadrupede peloso è in casa e quindi se ne va. Torna il giorno dopo. Per fare pace. Per accarezzarla e riconfermarle la sua devota presenza.
    Donne e gatti: avranno ragione i ratti? :)

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    1. E allora Simo la prossima volta proverà a raccontare le due amiche sedute ad un tavolino che parlano, si confrontano, si emozionano... e magari, dopo aver bevuto un goccetto di troppo... perdono il controllo e combinano qualche piccolo guaio!!!
      Hal... grazie per la tua pazienza :)

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