venerdì 2 novembre 2012

Lei non mi ha riconosciuto


Ho deciso di accompagnare Francesco oggi, il mio carissimo amico Francesco che da sempre chiamano “Ceccù”. 
E' nato a Genova nel ’49, in Corso Perrone e per 35 anni ha lavorato in Italsider, per la precisione all'altoforno, fino al 2002, l'anno in cui chiusero le cokerie a causa del loro impatto sulla salute. 
Quante volte mi ha raccontato il terrore per l’esplosione del 1991, del crogiolo Afo2 oppure della perdita di ghisa liquida a 1550° nel 2004 che creò un giusto panico nell'intero quartiere. 
Diceva sempre che in quegli anni chi lavorava in quel reparto doveva per forza essere robusto e senza tante storie per la testa. 
Mi descriveva i volti dei colleghi che erano alla linea di decapaggio di acido cloridrico e solforico: 30 anni, ma ne dimostravano 50 ed i loro volti erano scavati intorno ad occhi come palline da golf usate da troppo tempo. 
Diceva di sentire ancora il frastuono dei treni per la laminazione a freddo vicino alle linee di stagnatura e cromatura elettrolitica: una bolgia infernale di fumi e fuoco e odori nauseabondi e loro costretti a stare lì, come dannati senza colpe da scontare, se non quella di avere una famiglia a cui garantire un avvenire. 
Quando rientrava a casa dalla moglie, talvolta era così stanco che non non riusciva neppure a togliersi i vestiti sporchi, e si sedeva direttamente a tavola per pranzo o la cena. Si lavava solo le mani: quello era imprescindibile, doveva farlo, sempre! 
Dice che, spesso, fissando il buco del lavandino che inghiottiva l’acqua sudicia , si domandava se insieme a quella nera miscela, sarebbero scivolate via anche le ultime forze rimaste per aprire la bocca e masticare. 
Ho deciso di accompagnarlo oggi perché lui ha un sacco di amici, ma alcuni di loro, purtroppo, sono morti e così ho deciso di andare con lui a portare loro un fiore, su al cimitero di Coronata. 
Siamo lì e mi commuovo guardando le varie tombe: il Parodi morto di tumore al polmone, addetto alla cokeria; il Canepa, morto di leucemia, anche lui alla cokeria; Sciaccaluga Vittorio, “il gigante buono”, che invece di schiacciare l’uva, come l’origine del suo nome farebbe pensare, ha “pestato” per 30 anni i laminati con la pressa che ora sta arrugginendo davanti al Leroy Merlin.
E' proprio mentre facevamo quello che Ceccù definisce "il mio solito giro a salutare vecchi colleghi", dopo aver lasciato un crisantemo sulla tomba del caro Ferrando, anche lui scomparso per un brutto male, che vedo il suo viso "trasfigurare" accendersi di una luce mai vista prima.... mi guardo intorno provando a capire cosa stesse succedendo... lo prendo per mano, gliela stringo, lui si volta verso di me e, con lo sguardo mi indica una donna poco distante da noi!!!
E' bella, ben vestita, con lo sguardo fiero e limpido... sento che non è una persona qualsiasi, lo percepisco dal tremore della mano che sto stringendo e capisco!
Non può che essere che un suo vecchio amore, l'abbiamo incrociati lungo il vialetto che porta all'ossario comune. Si sono guardati, me ne sono accorta, così come mi sono accorta che hanno finto di non riconoscersi, ma io sono più che certa del fatto che il mio amico sta viaggiando nei ricordi!! 
Ormai eravamo vicinissimi e loro non si sono guardati, Francesco ha sfiorato il cappotto del marito: tutto ben coperto, con cappotto, sciarpa ed ombrello sul braccio. Aveva l'aspetto sano di un ricco imprenditore in pensione, uno di quelli che l'aria di Cornigliano, in quegli anni, doveva averla sempre respirata attraverso il filtro di un condizionatore sia d'estate che d'inverno.
Potevo immaginare la rabbia che stava montando in Ceccù, per questo strinsi la sua mano ancora più forte e, appena a distanza di sicurezza, gli chiesi cosa stesse provando.
La sua risposta mi lasciò interdetta, ma lo lasciai parlare: "E' un mio vecchio amore... ma tanto vecchio, e, come avrai notato, non mi ha riconosciuto. La memoria ha scaraventato nel mio naso un profumo di uva, pitosforo, glicine ed erba appena tagliata. Sai la mia mente ha attivato le immagini sbiadite di una merenda dietro un casolare su alla Guardia ed un bacio appassionato davanti ad un tramonto, che in quei periodi era ancora uno dei più bei film che si potessero vedere. 
Quella passione era durata qualche mese, anche se ci eravamo promessi che non sarebbe finita mai.
L’ho guardata e ho capito che, a ricordarmi di quell'amore, ero rimasto solo io ed ora, mentre stiamo uscendo dal cimitero, qualcosa mi dice che è andata bene così. Ma forse questo non è il posto giusto per simili cattivi pensieri e nemmeno il giorno.",
Ho lasciato la sua mano, l'ho preso per le spalle e l'ho fatto voltare verso di me!
"Ceccù, fingo di essere lei per qualche momento e ti dico cosa potrebbe aver provato: quando ti ho visto è stato come fare un tuffo nel passato, il cuore ha iniziato a battere più forte ed i ricordi si sono fatti intensi. Ho rivissuto, per un attimo, la mia giovinezza, ho rivisto due giovani pieni di speranze e con tanto amore da regalare al mondo, ho sentito un profumo forte di glicine, ho rivisto un casolare su alla Guardia, ho ripensato ad un bacio appassionato e alle promesse che ci siamo scambiati, poi ho visto mio marito, al mio fianco, e tu che nemmeno mi hai riconosciuta.... ho tirato dritto, lasciando che la rabbia smontasse da sola."
C'è sempre un'altra prospettiva, un altro punto di vista, un altro modo di affrontare la stessa situazione!!

(Un grazie sentito al mio amico Hal, per la gentile concessione, e tante scuse per la rivisitazione)



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